#la bontà illogica
di Gianfranco Ravasi
"Oltre al bene grande e minaccioso esiste la bontà di tutti i giorni. È la bontà dell’uomo per l’altro uomo, una bontà senza testimoni, piccola, senza grandi teorie. La bontà illogica, potremmo chiamarla".
Fu tra i primi a varcare la soglia del palazzo della Cancelleria di Berlino raggiungendo l’ufficio di Hitler, da ufficiale dell’Armata Rossa. Ma fu anche successivamente un perseguitato dalla brutalità paranoica di Stalin, fino alla morte per cancro a 59 anni nel 1964. È Vasilij Grossman, scrittore ebreo sovietico, a lasciarci nella sua opera Vita e destino (1960) questa bella testimonianza sulla bontà quotidiana, generosa, delicata, gratuita, immotivata e «illogica» agli occhi di chi, invece, tutto calcola e soppesa anteponendo il proprio vantaggio.
L'amore vero sciala, non rispetta le leggi dell'interesse personale, dona e si dona con gioia, tant'è vero che si è soliti dire che, quando due innamorati elencano il costo dei regali che si sono fatti, è perché stanno ormai lasciandosi. L'amore autentico e pieno è illimitato, come sa bene un genitore, pronto a mettere in pratica una delle ultime frasi pronunciate da Gesù prima di essere arrestato: «Non c'è amore più grande di colui che dà la vita per la persona che ama» (Giovanni 15,13). La bontà «illogica», però, non si manifesta solo in questi estremi, ma si rivela – forse con più coraggio – ogni giorno nei piccoli gesti della quotidianità. È forse questo il vero eroismo, umile e nascosto, senza gloria e gratitudine, e quindi alto e puro.
in “Il Sole 24 Ore” del 3 aprile 2022
Bontà il-logica
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