2022_05
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Abbiamo tutti in mente i saloon dei set dei film western: grandi facciate in legno, dietro le quali c'era un piccolo locale, quasi più piccolo dell'insegna. Così sono le criniere dei leoni, le ruote dei pavoni, gli orpelli barocchi, gli ostensori, i manifesti pubblicitari, le homepage dei siti, le foto ritoccate sui social... Apparati, impalcature, abbellimenti, scotch e tempera che tentano di rendere più "bello", o "importante", o "di valore" ciò che sembrerebbe troppo ordinario, troppo normale, quasi banale. Il problema è che spesso dietro o dentro non c'è nulla, nemmeno la solidità dei minuti e dei centimetri che fanno il nostro qui e ora. Abbiamo coniato l'espressione "castelli di carte"; potremmo rappresentarli come paraventi di carta velina colorata... Uno li definì "sepolcri imbiancati".
don Chisciotte Mc, 220521
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#sorrisi
di Gianfranco Ravasi
"Conta la tua vita dai sorrisi, non dalle lacrime. Conta la tua età dagli amici, non dagli anni".
A quarant’anni, nel 1980, John Lennon, come è noto, veniva assassinato da un fanatico a New York. Dopo essersi staccato dai mitici Beatles, aveva intrapreso con la moglie Yoko Ono un nuovo itinerario tematico-musicale di taglio spirituale e pacifista. A questo orizzonte appartengono i versi che abbiamo citato che, pur nella loro semplicità, custodiscono una lezione esistenziale significativa. È, infatti, spontaneo partire sempre dal negativo, sia esterno a noi, sia nell’intimo della nostra esperienza. I giornali, così come gli altri mezzi di comunicazione, registrano prima di tutto e sopra tutto le disgrazie, le contorsioni della politica, le perversioni sociali e così via, in una litania funesta che però «fa notizia».
Ecco, allora, l’appello di Lennon: gira la pagina e scrivi su un ideale foglio il bello, il buono, il vero, il gioioso che pure fioriscono sotto le sterpaglie del male. Non è un ottimismo ingenuo, è un realismo capace di ricordarti che il tessuto della vita non è fatto solo di fili neri, anche nelle trame più aggrovigliate. E similmente - continua il musicista - non contare i tuoi anni solo con la clessidra del tempo che fugge via, ma anche con i momenti di amicizia festosa e di amore sereno che li stanno costellando. Certo, non si deve avere lo sguardo strabico dell’illusione, ma neppure quello della delusione sistematica.
in “Il Sole 24 Ore” del 15 maggio 2022
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1. La chiesa cattolica latina ha scelto di scegliere i suoi ministri ordinati solo tra coloro che abbiano ("prima" della ordinazione) capito di essere chiamati al celibato. Si parla quindi due vocazioni: al celibato e al ministero ordinato.
2. E' sottinteso, quindi, che ci siano dei chiamati al ministero ordinato che hanno la vocazione alla vita coniugale. Infatti altre Chiese cristiane accolgono tra i loro ministri ordinati coloro che hanno anche questa vocazione.
3. La legge ecclesiastica del celibato si basa sulla cosiddetta "convenienza": alla sapienza dei pastori di un tempo parve "conveniente" (cioè adatta, favorevole) al ministero ordinato questo modo di essere (attenzione: non dovrebbe essere una "condizione imprescindibile" per essere ordinati, bensì - essendo legata ad una vocazione divina - si configura come caratteristica della persona, pienamente inserita nella sua identità).
4. E' già stato detto che sarebbe sempre da verificare se tale "convenienza" esiste anche oggi.
5. L'obiettivo non è la ricerca di un numero maggiori di ministri ordinati.
6. Andando in profondità, è necessario porsi questa domanda radicale: se il Signore chiama al ministero ordinato (con la vocazione al celibato o con la vocazione alla vita coniugale), può la Chiesa non accogliere questa chiamata e lasciare non corrisposta questa vocazione divina?!
don Chisciotte Mc, 220517
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Come volevasi dimostrare: "il ritorno alla modalità tradizionale":
https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/cresime-nota-del-vicario-generale-566698.html
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"Pret, dutur e cumà in tutt gent da lasà stà" ("Preti, dottori e ostetriche sono persone da lasciar stare"). Così recita un adagio tradizionale del dialetto lombardo. Lo sperimentiamo: l'elenco di categorie che rischiano di pensarsi intoccabili ("che è meglio non toccare, non criticare, non...") è lunghissimo: docenti, forze dell'ordine, ministri del culto, sportellisti delle agenzie pubbliche, detentori di licenze monopolistiche, alpini... Lungi da me fare di tutta l'erba un fascio o spettegolare o smontare il valore tutte le istituzioni; e neppure voglio misconoscere i valori e le opere meritorie di tante persone; non mi arrendo a far difendere la legalità solo dai talk gridati alla tv... ma trovo necessario verificare l'operato di tutti, denunciare le mancanze, spodestare chi non fa il suo dovere. E intanto anche oggi faccio la mia parte e cerco di farla meglio che posso... alla faccia di opera male, poco e nell'illegalità.
don Chisciotte Mc, 220511
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