Abbiamo tutti in mente i saloon dei set dei film western: grandi facciate in legno, dietro le quali c'era un piccolo locale, quasi più piccolo dell'insegna. Così sono le criniere dei leoni, le ruote dei pavoni, gli orpelli barocchi, gli ostensori, i manifesti pubblicitari, le homepage dei siti, le foto ritoccate sui social... Apparati, impalcature, abbellimenti, scotch e tempera che tentano di rendere più "bello", o "importante", o "di valore" ciò che sembrerebbe troppo ordinario, troppo normale, quasi banale. Il problema è che spesso dietro o dentro non c'è nulla, nemmeno la solidità dei minuti e dei centimetri che fanno il nostro qui e ora. Abbiamo coniato l'espressione "castelli di carte"; potremmo rappresentarli come paraventi di carta velina colorata... Uno li definì "sepolcri imbiancati".
don Chisciotte Mc, 220521


#sorrisi
di Gianfranco Ravasi
"Conta la tua vita dai sorrisi, non dalle lacrime. Conta la tua età dagli amici, non dagli anni".
A quarant’anni, nel 1980, John Lennon, come è noto, veniva assassinato da un fanatico a New York. Dopo essersi staccato dai mitici Beatles, aveva intrapreso con la moglie Yoko Ono un nuovo itinerario tematico-musicale di taglio spirituale e pacifista. A questo orizzonte appartengono i versi che abbiamo citato che, pur nella loro semplicità, custodiscono una lezione esistenziale significativa. È, infatti, spontaneo partire sempre dal negativo, sia esterno a noi, sia nell’intimo della nostra esperienza. I giornali, così come gli altri mezzi di comunicazione, registrano prima di tutto e sopra tutto le disgrazie, le contorsioni della politica, le perversioni sociali e così via, in una litania funesta che però «fa notizia».
Ecco, allora, l’appello di Lennon: gira la pagina e scrivi su un ideale foglio il bello, il buono, il vero, il gioioso che pure fioriscono sotto le sterpaglie del male. Non è un ottimismo ingenuo, è un realismo capace di ricordarti che il tessuto della vita non è fatto solo di fili neri, anche nelle trame più aggrovigliate. E similmente - continua il musicista - non contare i tuoi anni solo con la clessidra del tempo che fugge via, ma anche con i momenti di amicizia festosa e di amore sereno che li stanno costellando. Certo, non si deve avere lo sguardo strabico dell’illusione, ma neppure quello della delusione sistematica.
in “Il Sole 24 Ore” del 15 maggio 2022

1. La chiesa cattolica latina ha scelto di scegliere i suoi ministri ordinati solo tra coloro che abbiano ("prima" della ordinazione) capito di essere chiamati al celibato. Si parla quindi due vocazioni: al celibato e al ministero ordinato.
2. E' sottinteso, quindi, che ci siano dei chiamati al ministero ordinato che hanno la vocazione alla vita coniugale. Infatti altre Chiese cristiane accolgono tra i loro ministri ordinati coloro che hanno anche questa vocazione.
3. La legge ecclesiastica del celibato si basa sulla cosiddetta "convenienza": alla sapienza dei pastori di un tempo parve "conveniente" (cioè adatta, favorevole) al ministero ordinato questo modo di essere (attenzione: non dovrebbe essere una "condizione imprescindibile" per essere ordinati, bensì - essendo legata ad una vocazione divina - si configura come caratteristica della persona, pienamente inserita nella sua identità).
4. E' già stato detto che sarebbe sempre da verificare se tale "convenienza" esiste anche oggi.
5. L'obiettivo non è la ricerca di un numero maggiori di ministri ordinati.
6. Andando in profondità, è necessario porsi questa domanda radicale: se il Signore chiama al ministero ordinato (con la vocazione al celibato o con la vocazione alla vita coniugale), può la Chiesa non accogliere questa chiamata e lasciare non corrisposta questa vocazione divina?!
don Chisciotte Mc, 220517

Come volevasi dimostrare: "il ritorno alla modalità tradizionale":
https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/cresime-nota-del-vicario-generale-566698.html

"Pret, dutur e cumà in tutt gent da lasà stà" ("Preti, dottori e ostetriche sono persone da lasciar stare"). Così recita un adagio tradizionale del dialetto lombardo. Lo sperimentiamo: l'elenco di categorie che rischiano di pensarsi intoccabili ("che è meglio non toccare, non criticare, non...") è lunghissimo: docenti, forze dell'ordine, ministri del culto, sportellisti delle agenzie pubbliche, detentori di licenze monopolistiche, alpini... Lungi da me fare di tutta l'erba un fascio o spettegolare o smontare il valore tutte le istituzioni; e neppure voglio misconoscere i valori e le opere meritorie di tante persone; non mi arrendo a far difendere la legalità solo dai talk gridati alla tv... ma trovo necessario verificare l'operato di tutti, denunciare le mancanze, spodestare chi non fa il suo dovere. E intanto anche oggi faccio la mia parte e cerco di farla meglio che posso... alla faccia di opera male, poco e nell'illegalità.
don Chisciotte Mc, 220511