2021_03_marzo
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Quei momenti in cui sento di aver studiato per niente e che il ministero che svolgo - a nome e nella linea di ciò che mi hanno insegnato - viene vanificato, perché qualcuno non sa vagliare ciò che viene pubblicato (nemmeno dal quotidiano ufficiale)...
(E aggiungo: ma anche 'sto povero prete che scrive su Avvenire... non potrebbero aiutarlo a non mettere confusione in se stesso e negli altri?!).
don Chisciotte Mc, 210407
"La mia fede crede che l’uomo più felice della storia sia l’uomo che ha sofferto di più al mondo. Le mie Scritture dicono che il più bello tra i figli dell’uomo è quello che, talmente fu percosso e maltrattato, non sembrava più un uomo, era più simile a un verme schiacciato. La sofferenza è utile, è importante, è un regalo che Dio fa, è il luogo privilegiato in cui poter incontrare Dio... È Dio che passa ogni volta che soffriamo, è Dio che si manifesta ogni volta che un suo figlio è nel dolore, nella sofferenza, nell’angoscia. Ed è il Dio che patisce per noi per amore e con amore, lasciandoci un esempio perché ne seguiamo le orme che i nostri occhi contemplano nel mistero della Santa Settimana".
Francesco, prete, citato da Avvenire il 6 aprile 2021
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/non-si-pu-vivere-e-soffrire-senza-sapere-per-chi
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Ce la siamo sempre presa e ce la prendiamo ancora con il nostro fratello Giuda.
Ma sono le autorità religiose ad aver desiderato la morte di Gesù, architettato il piano, ingolosito Giuda, sobillato la folla, messa a disposizione la somma.
Loro hanno guidato... il tradimento del volto di Dio e del volto dell'uomo.
Repetita.
don Chisciotte Mc 210331
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MOMENTO STRAORDINARIO DI PREGHIERA
IN TEMPO DI EPIDEMIA
PRESIEDUTO DAL SANTO PADRE FRANCESCO
sagrato della basilica di San Pietro - venerdì, 27 marzo 2020
«Venuta la sera» (Mc 4,35). Così inizia il Vangelo che abbiamo ascoltato. Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: «Siamo perduti» (v. 38), così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme.
È facile ritrovarci in questo racconto. Quello che risulta difficile è capire l’atteggiamento di Gesù. Mentre i discepoli sono
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Omelia del card. Carlo Maria Martini pronunciata in Duomo durante la celebrazione eucaristica in ricordo di monsignor Oscar Arnulfo Romero, vescovo di San Salvador, a un anno dalla sua uccisione, avvenuta il 24 marzo 1980:
http://archivio.fondazionecarlomariamartini.it/fcmm-web/audio/detail/IT-FCMM-AV0002-000302/primo-anniversario-uccisione-monsignor-oscar-arnulfo-romero.html
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Non capisco proprio come mai ciò che è comunitario non è il primo e principale riferimento dei nostri pensieri e delle nostre azioni.
Cadiamo subito nel particolarismo.
Rispetto la originalità di ciascuno, ma ciò che è originale è preceduto da ciò che è comune.
Pensare l'altro (l'Altro) come un concorrente, un avversario, un ostacolo... è decisamente il peccato originale.
E qui "originale" non sta tanto ad indicare delle "origini" in senso cronologico, bensì come "ciò che è radicato molto profondamente", tanto da far sospettare che provenga dalle nostre origini.
Ma non è così: alle origini c'è la comunione.
E purtroppo, ciò che resta "originale" per noi umani è l'originalità negativa e dirompente di aver desiderato altro rispetto alla comunione.
don Chisciotte Mc, 210324
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Una banalità: come in tutte le compagine sociali, la riforma della Chiesa o sarà riforma della leadership (attualmente è il clero), o non sarà.
Occorrerebbe avere il coraggio di dedicarsi a rifare da capo il discernimento vocazionale, le equipe dei percorsi formativi, l'accompagnamento e la verifica del servizio.
don Chisciotte Mc, 210324
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"Troppe volte pensiamo che Dio faccia affidamento solo sulla parte buona e vincente di noi, mentre in realtà la maggior parte dei suoi disegni si realizza attraverso e nonostante la nostra debolezza. (...)
Se questa è la prospettiva dell’economia della salvezza, dobbiamo imparare ad accogliere la nostra debolezza con profonda tenerezza.
Il Maligno ci fa guardare con giudizio negativo la nostra fragilità, lo Spirito invece la porta alla luce con tenerezza. È la tenerezza la maniera migliore per toccare ciò che è fragile in noi. Il dito puntato e il giudizio che usiamo nei confronti degli altri molto spesso sono segno dell’incapacità di accogliere dentro di noi la nostra stessa debolezza, la nostra stessa fragilità. Solo la tenerezza ci salverà dall’opera dell’Accusatore (cfr Ap 12,10). (...)
Paradossalmente anche il Maligno può dirci la verità, ma, se lo fa, è per condannarci. Noi sappiamo però che la Verità che viene da Dio non ci condanna, ma ci accoglie, ci abbraccia, ci sostiene, ci perdona. La Verità si presenta a noi sempre come il Padre misericordioso della parabola (cfr Lc 15,11-32): ci viene incontro, ci ridona la dignità, ci rimette in piedi, fa festa per noi, con la motivazione che «questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» (v. 24).
Anche attraverso l’angustia di Giuseppe passa la volontà di Dio, la sua storia, il suo progetto. Giuseppe ci insegna così che avere fede in Dio comprende pure il credere che Egli può operare anche attraverso le nostre paure, le nostre fragilità, la nostra debolezza".
papa Francesco, Patris corde, n. 2
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Nel 1993 fui portato in pellegrinaggio a Roma.
Venivo da sei anni di studi teologici.
Rimasi male vedendo in San Pietro un continuo via vai di chierichetti che accompagnavano preti, monsignori, vescovi a celebrare ciascuno al suo altare, dandosi le spalle l'uno all'altro.
Mi domandai se avessi sbagliato a studiare o ad ascoltare le linee della formazione...
Aggiunsero al mio cammino altri cinque anni di studi... e mi convinsi ancora di più che questa cosa è proprio da superare.
don Chisciotte Mc, 210316
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Il "compleanno triste" di Ayad: i *dieci anni della guerra in Siria osservati con gli occhi di un bambino che non ha mai visto la pace* in questo video diffuso oggi dall'Associazione pro Terra Sancta:
https://www.youtube.com/watch?v=Co51rKiziVo
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Ottavo anniversario della *elezione a vescovo di Roma di papa Francesco*. Ringraziamo il Signore per questo inestimabile dono e preghiamo per il suo servizio alla comunione di tutte le chiese.
https://www.youtube.com/watch?v=CbK2T8w-I5U
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Abbiamo costruito tante nostre comunità attorno a degli intoccabili. Scelta preferenziale non per i poveri, bensì per i potenti, i comodi, gli ammanicati.
don Chisciotte Mc, 210312
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Caro Gesù, capisco che la cosa non ti piaccia, ma mi sa che i tuoi ci stanno fregando un'altra volta.
Lo stile è sempre lo stesso...
E' da 2000 anni che lo conosci (anzi, anche da prima) e già non ti piaceva allora.
don Chisciotte Mc, 210309
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"Per adesso sono tra quelli fortunati.
Febbre e dolori forti per un paio di giorni - tipo quando mi sono rotto le costole, per capirci - ma passati quasi subito.
Ora sintomi da raffreddore molto pesante, con due bonus:
La stanchezza, mai provata così.
Taglio 3 fette di pane e mi sembra di aver abbattuto una foresta a colpi di accetta, fiatone e cuore a mille.
Poi gli odori ed i sapori, completamente scomparsi.
È una sensazione nuova, difficile da capire se non la si prova, anche quando me lo raccontava chi ci è passato. Nuova, appunto: non c'entra nulla come quando si ha il raffreddore "e il cibo non sa di niente".
Difficile da spiegare, ma è molto diverso.
Tutto sa di acqua. A occhi chiusi impossibile riconoscere un cibo.
Peró mi accorgo, ad esempio, se un cibo è o meno salato, perché manca la sensazione di pizzicore che dà la salatura. Se mangio un pomodoro sento l'acidità ma non il sapore. O l'astringente.
È strano perché fa realizzare appieno che il gusto di un cibo non è dato solo dal sapore, ma dalle mille sensazioni che provoca e dall'immaginario che crea. E mi accorgo che una cosa che diamo così per scontata e banale, di colpo non lo è più, e ritrovarla diventerà una piccola conquista.
E per cui, nella fortuna di una forma non grave, già sogno il momento in cui tornerò a godermi un pasto.
Nel frattempo resta la paura - perché resta, non si può far finta di nulla - che possa peggiorare.
Insieme alla rabbia di averlo preso non so come - forse in un luogo che dovrebbe essere di cura - e il senso di colpa di averlo portato a chi mi sta vicino.
Cui si aggiunge un aumento del livello di intolleranza verso chi minimizza, addirittura nega.
Perché a me sta andando bene, tanti altri non hanno avuto la mia fortuna.
Non fate gli imbecilli.
Cercate di evitare di pigliarlo".
Massimo Alberti, su FB, 6.3.2021