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«L'albero della vita, già, l'installazione per eccellenza di questo Expo2015. Paradossalmente il suo simbolo più "religioso", ci avete fatto caso? E non tanto per il ricorrere di questo simbolo in molte tradizioni religiose. No. Tipicamente religiose sono state le modalità proposte per la sua fruizione. Con una liturgia ad orari prefissati. Con il suo radunare tutti per guardare in una sola direzione. Persino con i telefonini all'insù - post-moderno surrogato dell'adorazione - e i santini sparsi in forma di selfie sulle bacheche dei social network. Religiosità pagana, è evidente.
Eppure qualche domanda su questa ritualità di fronte a un simbolo varrebbe la pena porsela».
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Stupore, se considero che cose stupende (questo video, p.e.) possa fare la creatività umana.
Speranza: che questo spot-sogno possa diventare realtà.
don Chisciotte Mc
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Mi spiace solo che questo articolo sia pubblicato su una rivistina che - in altri tempi - si sarebbe certamente scagliata contro autori come Pronzato, essendo ben nota la linea apologetica di questa pubblicazione.
Ma oggi va di moda essere "francescani"!
don Chisciotte Mc
Alessandro Pronzato: l’autore dei libri che Francesco ha regalato a Fidel Castro ci racconta la sua vita, passata a “inquietare i parrucconi”.
di Paolo Pegoraro
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«PALESTINA: un conflitto dimenticato».
Venerdì 30 ottobre 2015, ore 20.45
presso l’auditorium della Parrocchia di Sant’Ambrogio Olona, via Lazzaro Papi, Varese
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«Oggi, nella Chiesa, si vanno determinando due tendenze opposte. Si stanno scontrando due concezioni dell'apostolato. La prima è basata sull'istituzione. La seconda sul movimento.
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non vi parlerò mai più».
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«Quando sono giù e oh la mia anima così stanca
canta: Martin Hurkens
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«Anche il Gregge possiede un proprio "fiuto" per discernere le nuove strade che il Signore dischiude alla Chiesa.
Putroppo continueranno a fare lo stesso,
pensando di saperla lunga su tutto e su tutti.
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«(...) Dal Concilio Vaticano II all'attuale Assemblea, abbiamo sperimentato in modo via via più intenso la necessità e la bellezza di "camminare insieme". (...) Fin dall'inizio del mio ministero come Vescovo di Roma ho inteso valorizzare il Sinodo, che costituisce una delle eredità più preziose dell'ultima assise conciliare. (...) Proprio il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio. (...) Quello che il Signore ci chiede, in un certo senso, è già tutto contenuto nella parola "Sinodo". Camminare insieme – Laici, Pastori, Vescovo di Roma – è un concetto facile da esprimere a parole, ma non così facile da mettere in pratica. Dopo aver ribadito che il Popolo di Dio è costituito da tutti i battezzati chiamati a «formare una dimora spirituale e un sacerdozio santo», il Concilio Vaticano II proclama che «la totalità dei fedeli, avendo l'unzione che viene dal Santo (cfr 1 Gv 2,20.27), non può sbagliarsi nel credere, e manifesta questa sua proprietà mediante il senso soprannaturale della fede di tutto il Popolo, quando "dai Vescovi fino agli ultimi Fedeli laici" mostra l'universale suo consenso in cose di fede e di morale». Qual famoso infallibile “in credendo”. (...) Anche il Gregge possiede un proprio "fiuto" per discernere le nuove strade che il Signore dischiude alla Chiesa. (...) Come sarebbe stato possibile parlare della famiglia senza interpellare le famiglie, ascoltando le loro gioie e le loro speranze, i loro dolori e le loro angosce? (...) È un ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare. Popolo fedele, Collegio episcopale, Vescovo di Roma: l'uno in ascolto degli altri; e tutti in ascolto dello Spirito Santo, lo «Spirito della verità» (Gv 14,17), per conoscere ciò che Egli «dice alle Chiese» (Ap 2,7). (...) La sinodalità, come dimensione costitutiva della Chiesa, ci offre la cornice interpretativa più adeguata per comprendere lo stesso ministero gerarchico. Se capiamo che, come dice san Giovanni Crisostomo, «Chiesa e Sinodo sono sinonimi» - perché la Chiesa non è altro che il "camminare insieme" del Gregge di Dio sui sentieri della storia incontro a Cristo Signore - capiamo pure che al suo interno nessuno può essere "elevato" al di sopra degli altri. Al contrario, nella Chiesa è necessario che qualcuno "si abbassi" per mettersi al servizio dei fratelli lungo il cammino. (...) In questa Chiesa, come in una piramide capovolta, il vertice si trova al di sotto della base. Per questo coloro che esercitano l'autorità si chiamano "ministri": perché, secondo il significato originario della parola, sono i più piccoli tra tutti. È servendo il Popolo di Dio che ciascun Vescovo diviene, per la porzione del Gregge a lui affidata, vicarius Christi[20], vicario di quel Gesù che nell'ultima cena si è chinato a lavare i piedi degli apostoli (cfr Gv 13,1-15). E, in un simile orizzonte, lo stesso Successore di Pietro altri non è che il servus servorum Dei. (...) In una Chiesa sinodale, il Sinodo dei Vescovi è solo la più evidente manifestazione di un dinamismo di comunione che ispira tutte le decisioni ecclesiali. (...) Sono persuaso che, in una Chiesa sinodale, anche l'esercizio del primato petrino potrà ricevere maggiore luce. Il Papa non sta, da solo, al di sopra della Chiesa; ma dentro di essa come Battezzato tra i Battezzati e dentro il Collegio episcopale come Vescovo tra i Vescovi, chiamato al contempo – come Successore dell'apostolo Pietro – a guidare la Chiesa di Roma che presiede nell'amore tutte le Chiese (...) Ribadisco la necessità e l'urgenza di pensare a «una conversione del papato» (...)
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Nei mesi scorsi, ha girato gli Stati Uniti, scattando decine di fotografie — in bianco e nero — di persone normalissime, che facevano una cosa normalissima: guardavano i propri cellulari. Poi, in studio, ha «cancellato» i telefonini dalle immagini, per vedere l’effetto che faceva.
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Conosco delle barche,
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Leggi tutto: Legami tra conoscenza teologica ed esperienza spirituale
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«Vedo alberi verdi, anche rose rosse.
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Monaci tibetani nella funzione di "guardiani" di un tempio.