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«Signore dell'amore e della pace, noi desideriamo convertirci a te!
Carlo Maria Martini, All'alba ti cercherò, 211-212
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Ada Prospero (1902-1968) nel 1923 sposa Piero Gobetti che muore due anni dopo. Dalla loro unione nasce Paolo, che nel 1943 si fa partigiano con lei, avendo poco più di 18 anni. Lei è "commissaria politica" di una formazione di "Giustizia e Libertà" e viene un momento, nell'estate del 1944, nel quale si vede costretta ad andare sulle tracce del figlio del quale non ha più notizie da molti giorni. Sente che nel tal posto c'è un partigiano ucciso e parte decisa con un compagno:
"A poca distanza dal Pomaretto, vedemmo, ferme sul ciglio della strada, un gruppo di donne, di cui una con un bimbo addormentato in una carrozzella. Capimmo dall'espressione del loro volto che doveva essere in quel punto. E infatti, nel breve tratto di prato, fra la strada e la roccia della montagna, seminascosto da un mucchio di sassi, giaceva il partigiano ucciso. No, non era mio figlio Paolo, anche se non se ne scorgeva il viso, reclino. Ma non provai nessuna reazione di sollievo. Mai come in quel momento sentii quanto sia forte l'istintiva profonda solidarietà materna per cui ogni donna sente come figlio suo ogni figlio di ogni altra donna. Era la prima volta che venivo visivamente, fisicamente a contatto con la crudele realtà del massacro. Mi misi a piangere, a singhiozzare forte, senza riuscire a frenarmi".
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A sostegno dei più anziani Coop Lombardia e Caritas Ambrosiana hanno avviato da alcuni anni un progetto che ha per oggetto la consegna gratuita della spesa a domicilio ad anziani fragili. Il progetto si colloca all'interno di un intervento più ampio: l'obiettivo finale è la costruzione di un sistema di sostegno alla vecchiaia fondato sul rafforzamento delle reti naturali di comunità, sulla qualificazione degli interventi di volontariato e sulla migliore integrazione coi servizi territorriali istituzionali e no profit.
La consegna della spesa è gratuita, ed è riservata ad anziani con più di 70 anni in condizioni di disagio o riduzione dell'autonomia.
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Parrocchia che vai...
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Il perdono ricrea la vita
Il male come azione malvagia compiuta da noi esseri umani ci accompagna per tutta la vita. Nel quotidiano il più delle volte non è epifanico, non ha conseguenze vistose; in alcune circostanze invece esplode e ci spaventa, provocando in noi indignazione. In ogni caso, il male è sempre banale… L’uomo si abitua al male, e soprattutto la violenza può nutrire il male, farlo crescere fino alla negazione dell’altro, degli altri. Siamo sinceri con noi stessi: non arriviamo talvolta alla tentazione di voler vedere scomparire chi ci è nemico, di voler vedere escluso dal nostro orizzonte un altro che ci ha fatto del male? Non siamo tentati di ripagare con lo stesso male chi ci ha fatto del male? Questo è il nostro
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«Dal cinema alla musica, dalla politica alla finanza, ma in realtà in qualunque ambiente di lavoro, gli uomini e le donne «di relazione» prevalgono su quelli «di prodotto».
Hanno compreso che, in un mondo superficiale e distratto, nessuno ha più l’interesse e forse la capacità di valutare le competenze, mentre ci si lascia volentieri ammaliare dai contorni di una persona che ciascuno potrà poi riempire come vuole».
Massimo Gramellini, dal Buongiorno del 23 agosto 2014 - clicca qui per l'articolo completo
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Tu conosci, Padre di misericordia, quanto è importante per noi la misteriosa comunione con le sofferenze del Cristo.
Tu sai come ci è difficile, lontana dalla nostra mentalità, smentita continuamente dal linguaggio quotidiano.
Per questo ti chiediamo umilmente, insieme con Paolo, di aprirci gli occhi della mente e del cuore perché conosciamo Cristo, la potenza della sua Risurrezione, la comunicazione alle sue prove, per potere con lui offrire la nostra vita per il corpo di Cristo.
Carlo Maria Martini, Le confessioni di Paolo, 124
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“Io, clown fra ambulanze e bombe. Ma i veri eroi sono i bimbi di Gaza”
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«Chi organizza certe mattanze e ne manda i filmati in giro per il mondo lo fa con un obiettivo preciso:
speculare sulle nostre emozioni primarie, la rabbia e la paura.
Vogliono farci perdere la testa per poi tagliarcela meglio.
Ma io la soddisfazione di odiarli e di temerli non gliela voglio dare».
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... perché ci è stata data la Grazia di poterlo fare.
Se non lo facciamo noi, chi potrà farlo?!
«Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente.
Ma io vi dico di non opporvi al malvagio;
anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra» (Mt 5,38-39).
don Chisciotte Mc
p.s. Se qualcuno vuole togliere queste pagine dal Vangelo,
non pretenda che lo si segua.
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Con stupore grato, io seguo un Signore
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Con quale obiettivo finale? Ecco il punto: la tensione condivisa fin dalle prima battute non era mirata soltanto a far prevalere il criterio della maggioranza, quanto piuttosto a raggiungere il più ampio consenso possibile attorno alle singole proposte e all'impostazione generale del testo. Altro che unanimismo di facciata, se è vero che le posizioni divergenti - come è bene che sia in un campione sociologico così fedele del mondo giovanile italiano - si sono ben delineate sui singoli temi. Eppure si è cercato in ogni fase del confronto di recuperare anche le istanze minoritarie, attribuendo loro un valore prezioso. Un'impostazione che in altre assise ecclesiali purtroppo non viene spesso rispettata, determinando così nel tempo anche una non condivisione degli esiti finali. (...)
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(...) «L’Isis riceve rifornimenti da importanti donatori sauditi. E l’Arabia Saudita, con ordinazioni da 3,5 miliardi all’anno, è il cliente più coccolato dai fabbricanti di armi di tutto il Vecchio Continente.
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Non temere:
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«Anche il pastore, come Paolo, è chiamato a diventare, attraverso l'esperienza, le sofferenze, le fatiche, i doni di Dio, luminoso e trasparente.
Nelle sue parole e nella sua azione la gente deve trovare quel sentimento di pace, di serenità, di confidenza, che è indescrivibile ma che si percepisce senza alcun ragionamento.
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Alla luce di certi modi di fare inefficaci, inconcludenti, insipienti,
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Lo so che la cosa è risaputa,
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Il calcio è il gioco più vecchio del mondo.
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«Vi sono suicidi invisibili.
Si rimane in vita per pura diplomazia, si beve, si mangia, si cammina.
Gli altri ci cascano sempre, ma noi sappiamo, con un riso interno, che si sbagliano,
che siamo morti».
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Sarei felice di confrontarmi sui criteri seguiti dalle parrocchie per determinare il prezzo (offerta!) dei prodotti che vendono durante le loro manifestazioni.
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«Signore, provoca anche noi!
Passa in mezzo a noi, dovunque siamo,
sia che ci troviamo tra la folla,
sia che ci troviamo nel luogo della preghiera,
sia che ci troviamo nelle realtà della vita quotidiana!
Fa' che non ci sia differenza tra l'una e l'altra,
che non abbiamo a rinnegare nella vita quotidiana
colui che sul monte vogliamo conoscere.
Fa' che ci sia unità tra i diversi momenti della nostra esistenza!
Signore, attraverso la contemplazione di te che risvegliandoti dal sonno e risorto dalla morte mi dai fiducia,
sciogli, ti prego, i miei timori, le mie paure, le mie indecisioni, i miei blocchi
nelle scelte importanti, nelle amicizie, nel perdono, nei rapporti con gli altri,
negli atti di coraggio per manifestare la mia fede.
Sciogli i miei blocchi, Signore!».
Carlo Maria Martini, All'alba ti cercherò, 131
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«Donaci uomini nuovi creatori della Storia,
Preghiera dei giovani di Medellin (1968)
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«Ecco, fratelli e figli, l’intento instancabile, vigile, assillante che ci ha mossi in questi quindici anni di pontificato. 'Fidem servavi'! (Ho conservato la fede) possiamo dire oggi, con la umile e ferma coscienza di non aver mai tradito il 'santo vero'..». Così, nell’ultima omelia in San Pietro, il precedente 29 giugno, nel XV anniversario della sua incoronazione consapevole di una vita «volta al tramonto», aveva lui stesso indicato la cifra del suo servizio sulla cattedra di Pietro.
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«Accade che la gloria segreta divenga sensibile. Ognuno di noi non ha forse incontrato degli esseri il cui volto appariva come abitato da una luce interiore, trasformato da questa, raggiante di una vita di origine sconosciuta? Nella fede una tale vita è riconosciuta come vita del Padre, del Risorto e dello Spirito. Mosè e Gesù sono così apparsi come trans-figurati, l'uno al suo popolo, l'altro ai suoi discepoli. “Aronne e tutti i figli d' Israele videro Mosè, ed ecco che la pelle del suo viso era raggiante, ed essi ebbero timore di avvicinarsi a lui” (Es 34,30). “E Gesù fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto risplendette come il sole e le sue vesti divennero sfolgoranti come la luce” (Mt 17,2). Seppure in modo meno straordinario, ogni cristiano, ogni uomo che vive dello Spirito è chiamato a questo: “E noi tutti che, a viso scoperto, riflettiamo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasfigurati in quella medesima immagine, di gloria in gloria” (2Cor 3,18). Si deve riconoscere che questa trasformazione è raramente sensibile. Questa luce può semplicemente prendere la forma della gioia e della pace che abbiamo potuto veder irradiare dal volto».
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«Gesù dice a noi ciò che dice a Paolo: la tua debolezza, la tua piccolezza è la tua gloria.
Tu ti lamenti della tua fragilità, della inadeguatezza della comunità cristiana, ti lamenti della Chiesa e di tante altre cose,
ma non sai che la tua debolezza è la tua gloria, la debolezza della Chiesa è la gloria di Dio, la fama di Dio, il suo vanto».