Sarà pure solo la pubblicità di uno smartphone con la cover in legno,

ma l'idea e la realizzazione di questo spot (la musica è di Bach, Cantata 147)

sono fantastiche!!





 

Il servizio alla Chiesa è emblema di gratuità.

Questo valore è messo a rischio non nelle Chiese giovani e povere, come quelle dell'Africa o dell'America Latina, che hanno tanti difetti e però vivono con senso di libertà e di gratuità, bensì nelle Chiese ricche, soprattutto del nord Europa; e con qualche ritardo, penso però che anche in Italia questo potrebbe verificarsi.

Meglio non avere molti denari, perché c'è sempre difficoltà a gestirli; quando si verifica la condizione di possederne, bisogna anche accettarla, sapendo tuttavia che è pericolosa.

Carlo Maria Martini, Il coraggio della passione, 109

Il demone si riconosce per un tratto caratteristico che è la loquacità:

«... è terribilmente loquace, e continua a intessere favole lunghissime e menzognere circa la gloria, la bellezza e le delizie di questo mondo. Su questa e su quella sussurra mille suggestioni, promette cose incredibili, minaccia cose sorprendenti; e mille volte, mentendo, mi fa credere di poter fare molte cose che invece non posso fare, o di non poter fare cose che invece posso fare; mi riporta cose strane che dicono di me in bene e in male; discorre con me di molte cose, ora circa la mia scienza, ora circa la mia pietà, ora sui miei comportamenti, ora sulle mie origini familiari, ora sul mio fascino, o la mia eloquenza, o la mia raffinatezza...

La conseguenza è che, parlando con me, mi rende del tutto muto, stupido e sordo».

Isacco della Stella, Sermoni, XXXVIII, 8 (monaco inglese, XII secolo)

 

 

«Dentro oppure fuori?»

di Roberto Beretta

O dentro o fuori. Mi stupisce come sempre più, nella prassi della Chiesa cattolica, prevalga la logica tipica della setta: o stai con noi, oppure vattene. Per dir la verità, questa è stata una tentazione cui il cristianesimo (come del resto parecchie tradizioni religiose) si è raramente sottratto, dal tempo delle eresie e degli anatemi a oggi. Tuttavia con le puntualizzazioni del Concilio - e quelle della sociologia, che ha distinto sacro da religioso - si pensava che il clima fosse diventato diverso. E più evangelico.

Invece, fateci caso: da una parte si assiste all'esaltazione più acritica e «miracolistica» di qualunque conversione al cattolicesimo, soprattutto se di vip e/o personaggio noto (calciatore o giornalista, pornostar e nobildonna); dall'altra - compreso Vino Nuovo, vedi certi commenti sulla questione Martini - si verifica il fenomeno opposto, ovvero la pubblica «cacciata» di quanti per qualche motivo «non ci stanno»: e che contestino il dogma della resurrezione o invece l'opportunità di votare Berlusconi in fondo fa poca differenza. Così si registra un duplice e contrario movimento, centripeto e centrifugo, intorno al messaggio che più di tanti altri nella storia volle rivolgersi all'intimità e alla libertà delle coscienze; senza confini di sorta.

Forse però non è un caso che lo stesso Nuovo Testamento cada in contraddizione su se stesso, accogliendo in materia due citazioni opposte: «Chi non è con me, è contro di me» (Lc 11, 23 e Mt 12, 30), ma anche «Chi non è contro di noi, è per noi» (Mc 9,40). Abbiamo infatti un connaturato bisogno di «appartenere». Di più: di sapere con certezza che apparteniamo. Ancora meglio: di sapere con chi esattamente apparteniamo. Abbiamo necessità di sapere di quale gruppo (lobby, casta) siamo, chi sta con noi e magari anche quanti sono; per lo stesso motivo preferiamo espellere chi non ci rassicura, chi ha dubbi, chi dissente: se non ci stai, vattene. Altro che dialogo e missione: chi sgarra, è fuori. Così noi saremo più tranquilli.

Piccinerie che contrastano con l'idea stessa di «cattolicità». Non che non sia importante l'appartenenza alla Chiesa; ma chi e che cosa la stabiliscono davvero? Quando si ha il diritto ­- per esempio ­- di dire «sei fuori» a un battezzato, anche qualora esponesse idee eterodosse sul fine vita o sul matrimonio dei gay? Ed è più «dentro» l'ateo devoto o il credente critico, il dissenziente o l'indifferente, il tradizionalista o il prete pedofilo? Ancora: l'«extra ecclesiam nulla salus» come va interpretato, giuridicamente o estensivamente?

Chi è «dentro» e chi è «fuori»: sciogliere il dilemma è una tentazione sempre presente nelle religioni, ma è anche un gioco che un cristiano non può risolvere davvero; «Lasciate che il grano e la zizzania crescano insieme...». E forse non è neppure importante. Mi sembra che una volta qualcuno abbia detto più o meno (chi trova la citazione esatta mi aiuti) che «non bisognerebbe dire "sono cristiano", bensì "mi sforzo di essere cristiano"». Era il cardinale Martini, ancora lui.



Sembrano cristalli e invece è la rugiada mattutina che si forma sugli insetti creando l'effetto 'swarovski'. Il fotografo francese David Chambon ha scattato fotografie con la tecnica del 'macro' per ritrarre anche il più piccolo dettaglio che fa sembrare le meraviglie della natura gioielli di grande valore. "Mi piace immortalare momenti magici e quindi catturare la bellezza spettacolare della nostra natura" racconta Chambon.

(...) Che diremo della riforma della Curia romana e della Chiesa intera, a cui il Concilio ecumenico ci guida ed il Giubileo ci esorta? (...) Qui ci basta confermare e conformare i nostri animi alle disposizioni, che il Concilio rimette alla nostra accettazione e alla nostra applicazione.

Qualunque sia stata la nostra opinione circa le varie dottrine del Concilio, prima che ne fossero promulgate le conclusioni, oggi la nostra adesione alle deliberazioni conciliari dev'essere schietta e senza riserve, volenterosa anzi e pronta a darvi suffragio di pensiero, di azione e di condotta.

Il Concilio è stato una grande novità; non tutti gli animi erano predisposti a comprenderla e a gradirla. Ma bisogna ormai ascrivere al magistero della Chiesa le dottrine conciliari, anzi al soffio dello Spirito Santo; e dobbiamo con fede sicura ed unanime accettare il grande «tomo», cioè il volume, il testo degli insegnamenti e dei precetti, che il Concilio trasmette alla Chiesa. Noi, Chiesa romana, per primi; anche in questo a tutti amichevole stimolo e fraterno esempio, mentre di questa effettiva accettazione dobbiamo essere autorevoli promotori ed interpreti.

È stato, dicevamo, una grande novità, ma non difforme alla nostra autentica tradizione; anzi, per molti aspetti, il Concilio ha voluto essere un ritorno alle fonti, un restauro di forme originarie di culto, di pensiero, di prassi, uno studio di preferire, come disse il Signore, il «mandatum Dei» alla consuetudine invalsa nel corso del tempo (cfr. Matth. 15, 2). Ecco una riforma psicologicamente e praticamente non facile. (...)

papa Paolo VI,

dall'omelia del 23 aprile 1966, nel sacro rito per il Giubileo straordinario

 

 Ci sono momenti - più di altri -

in cui è difficile

restare in mezzo a questo cattolicume.

don Chisciotte

«Pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza, ma volentieri, secondo Dio» (1Pt 5,2).

«Non per forza» ha molti significati. Un tempo poteva anche indicare le vocazioni forzate, spinte dalle circostanze familiari; senza averne voglia, si doveva fare buon viso a cattivo gioco. Oggi questo caso non è più frequente. Però è sempre possibile «pascere il gregge» per forza, piuttosto che volentieri, con spontaneità, secondo Dio. Qui dobbiamo esaminarci, perché qualche volta il peso degli impegni fa sì che diamo l'impressione alla gente di portare per loro un fardello che ci annoia, ci affatica, ci appesantisce; questo umilia molto le persone.

Durante il mio servizio episcopale a Milano, dicevo sempre ai parroci: dal buon umore di un parroco dipende quello della parrocchia; perché se lui è di cattivo umore, la gente è turbata e si chiede che cosa non va, se il parroco è sereno, diffonde questa sua caratteristica.

Dunque è importante compiere il servizio volentieri, con buona volontà, con quella naturalezza e buona grazia che sono frutto dello Spirito, se lo lasciamo zampillare in noi.

Carlo Maria Martini, Il coraggio della passione, 107-108

La nuova evangelizzazione e i nuovi profeti di sventura

di Enzo Bianchi

È ormai vicina la celebrazione del sinodo dei vescovi che rifletterà sul tema dell'evangelizzazione così da poter dare indicazioni alla chiesa universale, indicazioni che andranno poi inverate, tradotte e realizzate in modo differenziato e specifico nelle diverse aree culturali del mondo. Resta però vero che questo tema, quando è declinato come “nuova evangelizzazione”, concerne soprattutto l'occidente europeo e nordamericano, le terre di più o meno antica cristianizzazione, terre in cui è stata vissuta una solida appartenenza alle chiese cristiane, ma che oggi - dopo il fenomeno della secolarizzazione e del disincanto religioso - sono ammorbate dall'indifferentismo. Negli ultimi decenni sono cadute le ideologie portatrici di una speranza messianica intraumana, è venuta meno la trasmissione della fede cristiana dalla generazione che sta scomparendo alle nuove che si affacciano all'orizzonte, si è fatto debolissimo l'annuncio del vangelo quale buona notizia qui e oggi.

Ecco dunque l'urgenza di ripensare le parole di Gesù che inviava i suoi discepoli in missione nel mondo intero (cf. Mc 16,15), fino alle estremità della terra (cf. At 1,8), tra tutte le genti e fino alla fine dei tempi (cf. Mt 28,19-20). Questo nella convinzione che il nostro tempo, la contemporaneità - l'unico tempo che conosciamo vivendoci immersi - è sempre un “momento favorevole” per l'annuncio della buona notizia di Gesù Cristo, l'unico Figlio di Dio e l'autentico uomo. Nel tempo opportuno o non opportuno (eúkairos

Verbalismo, estetismo, moralismo: le «piaghe» dei cattolici

di Umberto Folena

Non ha la pretesa di dare lezioni a nessuno, avendogli la vita impartito innumerevoli lezioni. Don Vinicio Albanesi ha legato il suo nome alla Comunità di Capodarco; ma è sempre rimasto prete, e parroco, della sua Chiesa di Fermo, nelle Marche; presidente del Tribunale ecclesiastico regionale e, per un lungo periodo, del Coordinamento nazionale delle comunità d'accoglienza, e oggi presidente della Caritas diocesana. Nessuna lezione, ma alcune confidenze. Dolorose: «È una sofferenza che non rivendica nulla a nessuno, né tanto meno esprime giudizi. Con quale autorità d'altronde e verso chi?».

Così comincia il suo libro I tre mali della Chiesa in Italia (Ancora, pagine 174, euro 16), una «riflessione né esaustiva né scientifica». Le semplici considerazioni basate sulla sua vita di cristiano e di prete, con i pregi e i difetti, le qualità e i limiti di una 'semplice' esperienza. I mali - per cominciare

«Come dice la Presbyterorum Ordinis (n. 4) del Vaticano II: "E la predicazione sacerdotale, che nelle circostanze attuali del mondo è spesso assai difficile, se vuole avere più efficaci risultati sulle menti di coloro che ascoltano, non può limitarsi a esporre la parola di Dio in termini generali e astratti, ma deve applicare la perenne verità del vangelo alle circostanze della vita".

Non è sufficiente dire che il Cristo è risorto; è necessario mostrare il senso della risurrezione di Cristo per ogni aspetto della vita dell'uomo: relazione con Dio, relazione con se stessi, relazione con gli altri, relazione col mondo».

Basilio Petrà, Fare il confessore oggi, 58

Dalle email alle foto, fino al conto online: chi eredita la nostra vita su internet

In Italia non ci sono leggi, negli Usa poche. E il rischio di finire davanti ai giudici è altissimo. Da Google a Yahoo, ai parenti può non bastare il certificato di morte per aprire la posta. I consigli dei giuristi sul "testamento digitale"

di Valentina Conte

La nostra vita digitale ha un futuro dopo di noi? Cosa succederà ai tesori e ai segreti che stipiamo nelle "nuvole" del cielo di Internet o dentro le "scatolette" super-tecnologiche così diffuse in terra, quando un giorno lontano non ci saremo più? Il popolo della Rete è giovane, si sa. Ma, fatti gli scongiuri del caso, il tema è rilevante. E non solo per i risvolti curiosi, quanto per le sue complicazioni giuridiche. Perché se vogliamo che le frasi "un giorno tutto questo sarà tuo" o "non voglio lasciare traccia" abbiano un senso anche nell'epoca 2.0, allora dobbiamo provvedere per tempo.

Il termine inglese è digital inheritance, eredità digitale. E il tema è il destino dei nostri bit, le "ricchezze" virtuali che raccogliamo in supporti e online. Da una parte, chiavette, tablet, smartphone, dischi, notebook. Dall'altra, documenti, video, foto, blog, email, cinguettii, social network vari, conti correnti che i grandi magazzinieri della rete gestiscono per noi. Tutta questa "identità" digitale è ereditabile? E gli eredi saranno in grado di districarsi in questo caotico brodo virtuale?

"Domande trascurate in Italia, ma non altrove, dove il problema comincia a porsi", spiega Ugo Bechini, notaio membro della commissione informatica del Consiglio nazionale del notariato. "Per questo abbiamo deciso di stilare un decalogo con le cose da sapere".

Consiglio numero uno: non contate sul fatto che la legge provvederà per voi. "Il quadro giuridico è incerto. In Italia non esiste legislazione specifica. E negli Usa solo 5 stati su 50 hanno regole in materia e neanche troppo chiare".

Consiglio numero due: se non date in consegna le credenziali (username e password) a una persona di fiducia, recuperarle dopo può diventare un costoso incubo per i vostri eredi, che con buona probabilità saranno trascinati davanti alla corte californiana di Santa Clara, competente per i casi dei big della Silicon Valley che gestiscono sui loro server americani le "reti sociali", la posta e gli altri servizi e che per lo più proteggono la privacy dei loro iscritti anche post mortem. "A Google, Yahoo, iCloud di Apple può non bastare l'esibizione del certificato di morte del congiunto", avverte Bechini. "È il caso dei genitori di un soldato deceduto in Iraq che volevano ricostruire le circostanze della morte del figlio rileggendo le sue mail. Google si è opposto, ma poi hanno vinto davanti al giudice". Vittoria giudiziaria anche per la famiglia di Benjamin Stassen, ventunenne americano suicida, che reclamava le chiavi per entrare nel suo profilo Facebook.

Per evitare controversie internazionali, risparmiare stress "digitale" ai parenti, ma anche per assicurarsi che video, foto, corrispondenza finiscano nelle mani giuste, "si può usare il 'mandato post mortem', affidando chiavi di accesso e istruzioni chiare al fiduciario, possibilmente per iscritto, su cosa fare in caso di decesso: distruggere i dati in tutto o in parte o consegnarli a soggetti prescelti, ricordando però di aggiornare le istruzioni se si cambia password". Per il mandato non occorre un notaio.

Meno problemi, invece, per i conti online. Le banche quasi mai negano agli eredi l'accesso ai fondi. Per tutto il resto, prevale la legge italiana. "La bozza di un romanzo è dell'editore, le schede dei clienti di un avvocato sono del suo studio, al convivente non spetta nulla se non c'è un testamento, i soldi sul conto sono degli eredi", precisa Bechini.

Infine, attenzione ai siti come Legacy Locker, If I die, DeathSwitch, PassMyWill e altri a cui è possibile affidare il pacchetto completo delle varie "chiavi" e che a intervalli prestabiliti verificano la nostra esistenza in vita per poi mandare via mail le coordinate a chi indichiamo. Che succede se chiudono all'improvviso, come è capitato a MyWebWill?



 

Quando vivo momenti intensi,

sento in me la tentazione di pensare che tutta la vita e il suo senso

possano essere raccolti in quella frazione di vita piena.

E mi domando come mai la vita non si potrebbe concludere qui

e aprirsi alla Vita pienamente definitiva.



Quando vivo momenti di non-senso,

tutta la vita sembra raccolta nel non-senso,

come una onda lunga che si distende su ogni frazione di secondo, su ogni cm di spazio.

E mi domando perché questi attimi non passino prestissimo,

lasciando spazio all'irrompere del Senso.



Alla fine mi dico:

meno male che la vita non è un punto, pur intenso;

in realtà si distende lungo una storia:

così dietro l'angolo posso sperare di trovare

ancora momenti di intensa, imprevedibile, inaspettata, sorprendente GIOIA.



don Chisciotte - 3 settembre 2012

Ricostruito in laboratorio il processo che fa solidificare la lava vulcanica a contatto con le superfici gelate (per esempio la neve sull'Etna o nei Paesi nordici): affascinante!

Due masse (calda e fredda) che si scontrano e si abbracciano...

E' quasi un miracolo che possano stare insieme!


Dunque, provo a riassumere:

1. Berlusconi dice di ritrovarsi nelle posizioni politiche di Renzi e ritiene che con lui ci sarebbe finalmente una social-democrazia italiana; invita quindi a votare per lui nelle primarie del PD.

2. Se davvero 
si presentasse alle elezioni un partito moderato social-democratico, forse un buon numero di italiani lo voterebbe (rispetto allo spauracchio di votare un partito "comunista").

3. Se qualcuno in più votasse il centro-sinistra, forse la destra non vincerebbe le elezioni.

4. Se Berlusconi parla bene di Renzi, probabilmente Renzi non vincerà le primarie del PD.

5. Ne deriva che la destra avrebbe più probabilità di vincere le politiche.

6. Tutti i punti precedenti stanno in piedi, a condizione che tutti i soggetti stiano dicendo la verità... Il che è poco probabile.

don Chisciotte

Metamorfosi del ribelle

di Siegmund Ginzberg

I nuovi profeti della rivoluzione non somigliano più a Che Guevara. Non pensano che il potere nasca dalla canna del fucile. Semmai da twitter e dai cellulari. Il loro riferimento non sono più Lenin o Mao, e nemmeno Khomeini. Sono Gandhi, Aung San Su Kyi, Nelson Mandela. Predicano e fomentano la ribellione e la disobbedienza civile, non la guerra civile. Sono l'incubo dei dittatori di lungo corso, si sono rivelati capaci, contro ogni previsione, di scuotere e far crollare come castelli di sabbia regimi che sembravano di ferro. La loro “Internazionale” non ha nessun “centro”. Non è riconducibile a nessuna delle ideologie “forti” che avevano segnato il Novecento e nemmeno ai sussulti nazionalistici e religiosi che poi le hanno soppiantate. Non hanno mai preteso di “esportare” alcunché, nemmeno la democrazia. E comunque non alla maniera dei nostalgici di Bush. Eppure c'è chi li ritiene i maggiori ispiratori, sia pure a distanza, dei più disparati movimenti che ultimamente hanno stupito il mondo. Dalle Primavere arabe ad Occupy Wall Street. Purché poi non finiscano per deluderlo anche loro. (...)

in “la Repubblica” del 19 agosto 2012

L'ecologia? È cattolica

di Enzo Bianchi

La custodia e la salvaguardia del creato sono ormai diventate uno dei temi più presenti nella meditazione dei cristiani, un tema che raccoglie una grande attenzione da parte di tutte le Chiese, attraverso il quale l'ecumenismo trova una possibilità di esercizio in una stagione per molti aspetti non facile. 

Già molte volte le Chiese cristiane insieme hanno fatto sentire la loro voce per denunciare «i peccati contro la natura» e per indicare ai cristiani e agli uomini tutti un mutamento nel loro rapporto con la creazione.

Certamente potremmo chiederci se questa attenzione al tema non sia giunta in ritardo, sollecitata dal sorgere e dal diffondersi dei movimenti ecologisti, e si potrebbe anche rispondere in modo affermativo, non dimenticando che la teologia

 

 (...) «Don Giuseppe  Puglisi fu ucciso a Palermo (il 15 settembre 1993), nel giorno del suo 56° compleanno. Lo hanno ucciso in "strada". Dove viveva, dove incontrava i "piccoli", gli adulti, gli anziani, quanti avevano bisogno di aiuto e quanti,  con la propria condotta, si rendevano responsabili di illegalità, soprusi e violenze. Probabilmente per questo lo hanno ucciso:  perché un modo così radicale di abitare la "strada" e di esercitare il ministero del parroco è scomodo. Lo hanno ucciso nell'illusione di spegnere una presenza fatta di ascolto, di denuncia, di condivisione ». (...)

Continua a leggere la testimonianza di don Luigi Ciotti.

 

Per questo mondo odierno, semplice, comodo, di facile contentatura,

tu hai troppe pretese, troppa fame, ed esso ti rigetta.

Perché hai una dimensione in più.

Chi vuol vivere oggi e godere la vita non deve essere come te o come me.

Chi pretende musica invece di miagolio,

gioia invece di divertimento,

anima invece di denaro,

passione invece di trastullo,

per lui questo bel mondo non è una patria.


Hermann Hesse




 Non senti il Signore che dice: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro?» (Mt 18,20). E non sarà presente là dove si trova un popolo così numeroso, unito dai vincoli della carità?


Mi appoggio forse sulle mie forze? No, perché ho il suo pegno, ho con me la sua Parola: questo è il mio bastone, la mia sicurezza, il mio porto sicuro.

Anche se tutto il mondo è sconvolto, ho tra le mani la sua Scrittura, leggo la sua Parola. Essa è la mia sicurezza e la mia difesa.

san Giovanni Crisostomo

Preghiera di una mamma il primo giorno di scuola


di Shannon Lowe

dal suo blog Rocks in My Dryer




Eccoci di nuovo, Signore. Le loro cartelle sono piene, le loro facce pulite e il loro cestino del pranzo è pieno.




E io so che tu camminerai con loro, Signore.

Tu lo fai sempre. Ma una mamma deve chiedertelo comunque.




Camminerai con loro? Sussurrerai loro quello che hanno bisogno di sentire, quando io non sarò là a sussurrarglielo?

Vorrai donare, sì donare, alla loro scuola la protezione che solo Tu puoi dare e vorrai tenere lontano ogni pericolo?

Vorrai rendere le loro menti forti e pronte a imparare? Li aiuterai a capire che il lavoro duro rende lode a Colui che li ha creati?

Guiderai i loro insegnanti, donando loro pazienza, coraggio, creatività e ancora pazienza? Vorrai benedirli per le loro fatiche?




Amerai tutti i bambini là dentro, compresi quelli che arriveranno con un cestino del pranzo non certo pieno o quelli che si sentiranno soli? Insegnerai ai miei figli a essere gentili e altruisti ed ad amare chi è diverso da loro?




Li riporterai sulla strada di casa il più in fretta possibile?




Signore, Te li dono oggi e ogni giorno, affidandoli al Tuo amore.

Amen

 

 

Che delicatezza questa pianta: la chiamano "pudìca" perché appena la sfiori si ritrae, si piega... si ha paura di farle male.

Ci aiuta a non dimenticare che le persone sono ben più delicate di questa pianta

e delicatamente devono essere trattate.

don Chisciotte


 

 

 

Una frase dell'articolo:

«se fossero animali anziché persone, le organizzazioni degli animalisti sicuramente sarebbero già intervenute».




Padre Martini aveva chiesto di poter incontrare il papa a Milano e l'ha salutato con virile affetto, pur nella vecchiaia (di entrambi).

  





Sette anni fa il mio primo post sul blog SeiUnoSeiTre!




In questo mese di agosto ho avuto tanti regali.

Tra questi, la possibilità di tornare a salutare di persona

padre Carlo Maria Martini, il 14 agosto.



Abbiamo concluso la messa con questo canto:

«Ho lottato tanto in questo giorno,

ho sofferto tanto in questo giorno,

ne ho sentite tante e ne ho vedute tante in questo giorno.

Ma ora voglio addormentarmi tra le tue braccia o Signore

sicuro che domani, domani sarà un giorno migliore.



Non c'è stato amore in questo giorno,

non c'è stata pace in questo giorno,

hanno pianto tanti, sono morti tanti, in questo giorno.



Ma ora voglio addormentarmi tra le tue braccia o Signore

sicuro che domani, domani sarà un giorno migliore».




Don Damiano, che lo seguiva quotidianamente in questi ultimi mesi,

ci disse che padre Carlo Maria amava molto questo canto

(chi ne conosce la melodia, la sa dolce e struggente)

e glielo cantava almeno una volta al giorno,

alla fine della messa o della giornata.



Da allora faccio anch'io così ogni sera,

ricordando padre Carlo Maria,

con un affettuoso "Arrivederci!".



don Chisciotte