2017_07_luglio
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Mario, «l’uomo dei fiori» che trasforma il suo paese in un giardino
È un artigiano e produce serramenti in alluminio. Ma quando lascia il laboratorio vive una seconda vita in nome del suo obiettivo: riempire vie, strade e rotonde spartitraffico di fiori e piante di ogni tipo
di Francesco Sanfilippo
«Un giorno il sindaco, osservando il primo vicolo che avevo riempito di fiori mi disse: “Bello, ma non ti sembra di esagerare?”. E io risposi: «È esattamente ciò che voglio fare! Canegrate deve diventare un giardino». Mario Prestianni, 62 anni, è un artigiano e produce serramenti in alluminio. Ma quando lascia il laboratorio vive una seconda vita in nome del suo obiettivo: riempire vie, strade e rotonde spartitraffico del suo paese di fiori e piante di ogni tipo. Non sa niente del «guerrilla gardening» ma in paese non c’è chi non sappia di lui: armato di piantine, fioriere e una determinazione incrollabile, conduce la sua personale battaglia a favore del bello, sistemando le essenze lungo i vicoli, gli angoli più caratteristici, le aiuole del paese. Le sue fioriere, colme di campanelle rosse e gialle, le aggancia perfino sulle grate delle finestre di case private che danno sulla strada.
«Ma i proprietari non le dicono niente»? «Di solito no», risponde Prestianni, seduto al bar di piazza Matteotti, con accanto un gigantesco innaffiatoio e due bottiglie di plastica: «Sa, le piante vanno anche annaffiate e ora cominciano a diventare tante. Bisogna che i cittadini mi aiutino… e qualcuno già lo fa». In circa due anni Prestianni ha messo a dimora oltre un migliaio di piantine in decine di luoghi a Canegrate. Sceglie i luoghi dove agire in base a una personale scala di degrado o di abbandono: se una via o una piazzetta a lui sembrano squallidi, entra in azione, prende fiori e piantine e le sistema. «Il risultato, mi creda, è sorprendente – dice orgoglioso il signor Mario -: ciò che era anonimo e al limite del degrado, cambia volto e diventa bello. E solo con l’aiuto dei fiori».
L’opera di Prestianni è visibile a tutti perché
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"L'insegnante mediocre racconta.
Il bravo insegnante spiega.
L'insegnante eccellente dimostra.
Il maestro ispira".
Socrate
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"Afroitaliano" di Tommy Kuti
«Esulto quando segna SuperMario,
non mangio la pasta senza il parmigiano.
Ho la pelle scura, l'accento bresciano,
un cognome straniero e comunque italiano.
A volte mi sembra di essere qui per sbaglio,
san poco di me, son loro bersaglio,
ciò che ho passato loro non lo sanno.
È il mio passato, ormai capiranno.
Mi dai del negro, dell'immigrato, il tuo pensiero è un po' limitato,
il mondo è cambiato, non è complicato...
Afroitaliano!
Loro non sanno chi
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Santa Maria, Madre tenera e forte,
nostra compagna di viaggio sulle strade della vita,
ogni volta che contempliamo le grandi cose che l’Onnipotente ha fatto in te,
proviamo una così viva malinconia per le nostre lentezze,
che sentiamo il bisogno di allungare il passo per camminarti vicino.
Asseconda, pertanto, il nostro desiderio di prenderti per mano,
e accelera le nostre cadenze di camminatori un po’ stanchi.
Divenuti anche noi pellegrini nella fede,
non solo cercheremo il volto del Signore,
ma, contemplandoti quale icona della sollecitudine umana
verso coloro che si trovano nel bisogno,
raggiungeremo in fretta "la città" recandole gli stessi frutti di gioia
che tu portasti un giorno a Elisabetta lontana.
mons. Tonino Bello
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«E' gia stanco di vagabondare sotto un cielo sfibrato
per quel regno affacciato sul mare che dai Mori è insidiato
e di terra ne ha avuta abbastanza, non di vele e di prua,
perché ha trovato una strada di stelle nel cielo dell'anima sua.
Se lo sente, non può più fallire, scoprirà un nuovo mondo;
quell'attesa lo lascia impaurito di toccare già il fondo.
Non gli manca il coraggio o la forza per vivere quella follia
e anche senza equipaggio, anche fosse un miraggio ormai salperà via.
E la Spagna di spada e di croce riconquista Granata,
con chitarre gitane e flamenco fa suonare ogni strada;
Isabella è la grande regina del Guadalquivir
ma come lui è una donna convinta che il mondo non pùo finir lì,.
Ha la mente già tesa all'impresa sull'oceano profondo,
caravelle e una ciurma ha concesso, per quel viaggio tremendo,
per cercare di un mondo lontano ed incerto che non sa se ci sia
ma è già l'alba e sul molo l'abbraccia una raffica di nostalgia.
E naviga, naviga via
verso un mondo impensabile ancora da ogni teoria
e naviga, naviga via,
nel suo cuore la Niña, la Pinta e la Santa Maria.
E' da un mese che naviga a vuoto quell'Atlantico amaro,
ma continua a puntare l'ignoto con lo sguardo corsaro;
sarà forse un'assurda battaglia ma ignorare non puoi
che l'Assurdo ci sfida per spingerci ad essere fieri di noi.
Quante volte ha sfidato il destino aggrappato ad un legno, senza patria bestemmi in latino prendi il bere d'impegno,
per fortuna che il vino non manca e trasforma la vigliaccheria
di una ciurma ribelle e già stanca, in un'isola di compagnia.
E naviga, naviga via,
sulla prua che s'impenna violenta lasciando una scia,
naviga, naviga via
nel suo cuore la Niña, la Pinta e la Santa Maria.
Non si era sentito mai solo come in quel momento
ma ha imparato dal
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Altissimo, onnipotente, buon Signore,
tua è la Terra, questo pianeta che è la casa che tu hai creato per tutte le donne e tutti gli uomini.
Tua è questa città, nella quale vivono tante persone e tante creature, che tu custodisci una ad una.
Tuo, Signore, è questo oratorio, che tu stai costruendo con la generosità di tanti.
Laudato sii, mio Signore, per i bambini e per i ragazzi, che di Te portano la freschezza, la novità, i desideri irrealizzabili.
Laudato sii, mio Signore, per gli adolescenti, quelli luminosi e forti, irrequieti e volonterosi.
Laudato sii, mio Signore, per chi con professionalità si dedica alla educazione.
Laudato sii, mio Signore, per i genitori, che hanno messo al mondo e crescono queste creature, collaborando quotidianamente con la Tua forza vitale.
Laudato sii, mio Signore, per il sole che ci ha riscaldato e rallegrato; per l’acqua che ci ha rinfrescato e dissetato; per il pane, la pasta, la frutta che ci hanno sostentato.
Laudato sii, mio Signore, per i palloni, i cinesini, i pennarelli, il canottaggio, la musica, le piscine che ci hanno smosso il corpo e l’animo. E anche per i compiti delle vacanze: hanno tenuto sveglia la nostra intelligenza!
Laudato sii, mio Signore, per la Tua Presenza in chiesa e in ogni luogo, per il tuo Vangelo quotidiano, per il silenzio, raro e prezioso, per la preghiera del Padre Nostro.
Laudato sii, mio Signore, per il tempo che ci hai concesso di vivere; perché lo abbiamo vissuto insieme.
Laudato sii, mio Signore, per il tempo che ancora avremo da vivere, qui e in ogni luogo: è Tuo, lo doni a noi, lo vivremo con te.
Lodiamo e benediciamo nostro Signore; e ringraziamolo con tutta la voce, soffio dello Spirito Santo in noi.
E con Lui lodiamo Dio, Padre suo e Padre Nostro.
Amen.
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«Voglio pregare come il falco
con le ali spiegate e il vento che mi tiene in braccio.
Voglio lodarti a capofitto nello spazio
e galleggiare come un pianeta nel suo angolo di universo.
Perché non mi basterà una vita,
non mi basteranno cento anni per esplorare ogni dono,
ogni immensità che hai deposto ai piedi del tempo
il giorno del mio natale.
Voglio lodarti come il delfino
che ricama le acque dell’oceano con traiettorie di allegria.
Benedici il Signore, anima mia,
e inventa canzoni e danze, e racconti per non scordare.
Voglio dirti grazie, immenso Dio,
perché mi circondi di bontà e misericordia
Non basterà tutto il male del mondo a farmi tacere.
Non basterà neppure la morte livida e il suo strascico di amarezza.
Voglio lodarti senza fine, mio Dio.
Voglio lodarti».
Eric Pearlman
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Due considerazioni:
1 - L'abbiamo scampata bella e siamo proprio fortunati: avremmo potuto credere in un dio così, una liturgia così, una chiesa così.
2 - Se nella Chiesa di oggi c'è spazio per chi crede così, allora c'è spazio anche per me! E' una considerazione amara e "al ribasso"... ma a volte bisogna farla.
don Chisciotte Mc
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"L'infinito e il miracoloso ci sono necessari ed è giusto che l'uomo non si accontenti di qualcosa di meno e che non sia felice finché non li ha conquistati.
Questo è il credo espresso nell'opera di tutti gli uomini buoni, di tutti coloro che hanno scavato più a fondo, e cercato di più e amato più degli altri - che hanno scandagliato il fondo del mare della vita.
Dobbiamo gettarci nel profondo se vogliamo pescare qualcosa, e anche se a volte dobbiamo lavorare per l'intera notte senza prendere nulla, è bene non arrenderci, ma gettare di nuovo le reti al mattino".
Vincent van Gogh
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«Dal primato dell' amore e della misericordia di Dio per l'uomo, per tutti e per ogni uomo, nasce nella Chiesa l'urgenza di ripartire sempre e di nuovo da Dio. Ripartire da Dio richiede il coraggio di porsi le domande ultime, di ritrovare la passione per le cose che si vedono leggendole nella prospettiva del Mistero e delle cose che non si vedono. Rispetto al cammino personale del credente significa non dare mai nulla per scontato nella fede, non cullarsi nella presunzione di sapere già ciò che invece è perennemente avvolto nel mistero; significa santa inquietudine e ricerca. Ripartire da Dio vuol dire sapere che noi non lo vediamo, ma lo crediamo e lo cerchiamo così come la notte cerca l'aurora; vuol dire dunque vivere per sé e contagiare altri dell'inquietudine santa di una ricerca senza sosta del volto nascosto del Padre. Come san Paolo fece con i Galati e con i Romani, così anche noi dobbiamo denunciare ai nostri contemporanei la miopia del contentarsi di tutto ciò che è meno di Dio, di tutto quanto può divenire idolo. Dio è più grande del nostro cuore, Dio sta oltre la notte. Egli è nel silenzio che ci turba davanti alla morte e alla fine di ogni grandezza umana; è nel bisogno di giustizia e di amore che ci portiamo dentro; è il Mistero santo del Totalmente Altro, nostalgia di perfetta e consumata giustizia, di riconciliazione, di pace. Talora presumiamo di avere già raggiunto la perfetta nozione di ciò che Dio è o fa. Grazie alla Rivelazione sappiamo di Lui alcune cose certe che Egli ci ha detto di sé, ma queste cose sono come avvolte dalla nebbia della nostra ignoranza profonda di Lui. Non di rado mi spavento sentendo o leggendo tante frasi che hanno come soggetto «Dio» e danno l'impressione di sapere perfettamente ciò che Dio è e opera nella storia, come e perché agisce in un modo o nell' altro. La Scrittura, come abbiamo visto, è più reticente, più discreta e piena di mistero, preferisce il velo del simbolo o della parabola, nella consapevolezza che di Dio non si può parlare che con tremore e per accenni, come di «Qualcuno» che in tutto ci supera. Gesù stesso non toglie questo velo, lui che è il Figlio; ci parla del Padre per enigmi, fino al giorno in cui svelatamente ci parlerà di Lui. Questo giorno non è ancora venuto, se non per anticipazioni che lasciano tante cose oscure e ci fanno camminare nella notte radiosa della fede».
Carlo Maria Martini, Ritrovare se stessi
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Ciao, Renato! Il 7 luglio 2016 sei andato a sorridere in Cielo, con Gesù, san Colombano, coi grandi campioni e con le migliori birre!
Proprio ieri, però, 7 luglio 2017, un pochino sarai stato deluso anche tu, come mi dicesti con la tua voce più dolce della mia la sera prima di morire...
Beh, teniamoci stretti ancora, e tienimi una mano sulla testa, come hai fatto in questi dodici mesi.
Grazie!
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«Quando il tuo battello
ancorato da troppo tempo nel porto
ti lascerà l’impressione ingannatrice che sia una casa;
quando il tuo battello comincerà a mettere radici nell’immobilità del molo,
prendi il largo.
E’ necessario salvare a qualunque prezzo
l’anima viaggiatrice del tuo battello
e la tua anima di pellegrino».
Dom Hélder Câmara