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«Quando neghi la verità ad una persona,
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http://www.lifegate.it/persone/news/cina-amici-disabili-piantano-alberi
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Francesco Guccini, Cristoforo Colombo (2004)
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L'agenzia giapponese Dentsu ha pensato ad un modo dolcissimo per sensibilizzare sulla donazione degli organi: dare una nuova vita a dei peluche rotti, grazie a parti recuperate da altri peluche.
Qui il video: https://www.youtube.com/watch?v=twRsHV0UByA
La campagna è estremamente utile, poichè ogni anno in Giappone solo circa 300 persone su 14.000 riescono ad ottenere un trapianto, a causa di leggi molto rigorose e di ostacoli culturali .
https://www.facebook.com/105699262879463/photos/pcb.990520001064047/990517361064311/?type=3&theater
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«L'evoluzione è un aprirsi».
don Chisciotte Mc
(N.B.: questi sono alcuni dei fiori che ci sono sul mio davanzale, fotografati in progressione).
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8. «Tu es sacerdos in aeternum» - Con buona pace di coloro che cantano queste parole alle ordinazioni presbiterali (o agli anniversari), il "sacerdos" di cui si parla in questo canto non è il prete, bensì Gesù, come scritto nella lettera agli Ebrei (7,17). Il quale - val la pena ridirlo - non era un sacerdote israelitico (non era della tribù di Levi) e non officiava nel Tempio di Gerusalemme. Tutti i battezzati partecipano del suo sacerdozio (cioè offrono la propria vita a Dio Padre) e quindi ciascuno dei battezzati è "sacerdos in aeternum", "a sua immagine". Alcuni vengono ordinati ministri in quanto servi di questo sacerdozio comune... e non il contrario: laici (e laiche) a servire preti, parroci e vescovi. Non dimentichiamo, poi, che Gesù è e resta vivo e operante nella Chiesa e nel mondo, grazie al suo Santo Spirito. E' Lui l'unico Pastore, e tutti gli altri "pastori" sono "sacramenti" della sua cura per il suo popolo. In quanto "sacramenti", sono attuazione e manifestazione della Realtà, cioé di Cristo, nel suo amore pasquale che offre la vita per le pecore (cfr Gv 10). Alcuni ministri ordinati non ce la fanno ad essere sempre e ovunque ottime attuazioni-manifestazioni dell'amore di Cristo Servo che «non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita» (Mc 10,45); meno male che il Pastore Bello e Buono resta Gesù, l'unico per sempre.
don Chisciotte Mc
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7. «Ha rinunciato a tutto» - Non vorrei offendere la sensibilità di qualcuno, ma ammetto che mi scappa un quarto di sorrisetto quando sento questa espressione. Non voglio cadere nella demagogia di chi attacca la gerarchia denunciandone ricchezze, potere, infedeltà in campo sessuale (su questi temi - ma senza demagogia - sarei anche nella dolce e ferma compagnia di un tal Jorge Maria Bergoglio), però sento doveroso lo sforzo di dare un contenuto al termine "tutto". Un vescovo o un prete cattolici oggi in occidente hanno "tutto" (e più di) quel che serve per vivere: casa, stipendio, auto, tecnologia... e una buona dose di autonomia nella gestione di sé. So bene anch'io che esistono ministri ordinati che - con speciale esemplarità - non si risparmiano nulla e offrono beni, energie, tempo... tutta la vita! Li ringraziamo! Mi si dirà: "Ma rinunciano anche alla moglie!". Vero. Però mi si consentano alcune considerazioni: 1. poiché la Chiesa latina sceglie i suoi candidati al presbiterato e all'episcopato solo tra coloro che hanno la vocazione al celibato, trattandosi proprio di "vocazione" (e non di "castrazione"), essi seguono ciò che è nella loro profonda identità, nel dialogo con la Grazia di Dio che li ha creati e chiamati; non si tratterebbe quindi di una "rinuncia" imposta (anche se resta una scelta talvolta difficile e pesante). 2. I presbiteri e gli episcopi rinunciano a tutte le donne del mondo, i fedeli sposati rinunciano a tutte le donne del mondo tranne una. 3. In un'epoca di "singletudine", non sfugge il rischio di non dare valore al vincolo affettivo (questo sì sarebbe una "rinuncia" alla propria autonomia) e di considerare l'essere "senza la moglie" quasi un benefit! 4. Se oggi la grande nemica della vita è la solitudine, le relazioni instaurate dal ministro ordinato sono davvero l'opposto di una rinuncia, bensì sono un grande "guadagno". I cosiddetti "consigli evangelici" (povertà, castità, obbedienza) sono caratteristici della vita di tutti i cristiani; e per tutti valgono le parole di Gesù: «chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà» (Mt 16,25).
don Chisciotte Mc
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6. «E' simpatico e attira gli adolescenti» - «Fa quadrare i bilanci» - Qui sentiamo risuonare la dolce voce delle sirene del successo pastorale e della efficienza amministrativa. Il prete come l'"animatore" del villaggio turistico all inclusive (dalla "pizza+birra" per gli ado alla tombolata per i vecchietti, dallo spettacolino delle medie alla gita al parco acquatico, passando magari per la testimonianza con l'ospite che parla bene o la serata commovente per una situazione di bisogno), sempre al centro, con in mano il microfono o la tastiera. Può così corrispondere alle esigenze che vanno da quelle dei ragazzini che lo cercano sui social a quelle della curia che vuole i conti e i registri in ordine. Seguendo, invece, la più profonda teologia del sacramento dell'ordine, sul ministro ordinato è invocato lo Spirito Santo affinché sappia sostenere, indirizzare, edificare la comunione ecclesiale, valorizzando ed esaltando i carismi di cui la Chiesa è piena. Allora sì che "anima", cioé dà tutte le sue energie e tira fuori le energie di ciascuno, presiedendo nell'amore e con amore, mentre coloro che il Signore avrà dotato dei doni specifici necessari staranno con gli ado (in oratorio, per strada, sul muretto) e terranno in ordine i conti. E i "bilanci" (della vita fraterna) quadreranno!
don Chisciotte Mc
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5. «Bravo ragazzo» - Di solito appare negli articoletti dei fascicoli speciali che le parrocchie stampano in occasione delle ordinazioni... e di solito la firma è della catechista che ha seguito il futuro prete mentre si preparava alla prima Comunione oppure della suora che l'aveva all'asilo. Nella pagina a fianco si può trovare l'espressione della sua maestra delle elementari: «Era bravo a scuola, diligente nei compiti... e molto obbediente». E non manca la vocina della sciura Maria: «L'è anca un bel fioeu!». E' forte la tentazione di anticipare alla culla quei tratti di "purezza-bellezza-santità-competenza" (!) che si presume di trovare nel prete, magari identificando fin dalla più tenera età i tratti (e i "privilegi") della scelta divina. Non è indispensabile essere stato "un bravo ragazzo" per ricevere l'ordinazione e neppure si possono vantare dei "meriti" che darebbero accesso al premio finale (l'ordinazione). E' pur vero che non vale nemmeno fare appello al contenuto opposto, che risponde però alla stessa logica: «Da ragazzo ero un poco di buono, ne facevo di tutti i colori, ecc. ecc.... ma adesso ho cambiato vita». Vale per i ministri ordinati la "legge fondamentale" di tutti i cristiani: «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati» (cfr Gv 15,12). Né un pigro accomodamento su un "meno di questo", né... un presunto o presuntuoso "più di questo".
don Chisciotte Mc
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4. «Portatore di grazia» - Abbreviazione di un'altra espressione che andrebbe per lo meno spiegata: «dispensatore dei divini misteri». Il termine "mistero" dovrebbe indicare la grande azione di salvezza di Dio che si distende lungo tutta la storia (e solo in riferimento a questa, "misteri" sarebbero gli eventi della storia salvifica di Gesù, memoria della quale sono anche i sacramenti). Una visione riduttiva si è invece arrischiata verso una sorta di "esclusività" della effusione della "grazia di Dio" (ancora imprecisata) nella messa, laddove il Vaticano II parla invece di liturgia come "fonte e culmine". Una più profonda considerazione dell'azione dello Spirito Santo (Lui è la Grazia!), la rinnovata teologia della creazione, una lucida teologia liturgica... permettono di riconoscere l'iniziativa di Dio Trinità in una molteplicità infinita di eventi, che precedono, avvolgono, accompagnano, superano ogni respiro dell'universo, della chiesa, del singolo. Ad essere rigorosi, quindi, non c'è da "portare" nulla in nessun posto, perché già tutto è in Dio e l'azione positiva del suo Spirito raggiunge ogni uomo, a maggior ragione coloro che formano la Chiesa, Corpo di Cristo. Soffre di eccessiva cosificazione della "grazia" considerare le azioni rituali presiedute dai ministri ordinati come "produttrici di grazia" in un luogo-tempo in cui Essa non ci sarebbe.
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2. «Ha la vocazione». Tradizionalissima espressione, che conferma una visione "al singolare" (e un po' "material-possessiva"): l'evento ha riguardato il soggetto e forse si è pure concluso in un lasso di tempo limitato - se non addirittura in un "lampo-visione" abbagliante ("Ha avuto la vocazione") - durante il quale il soggetto ha ricevuto l'informativa riguardante la direzione da dare alla sua vita. Anche in questo caso ci fa bene l'osservazione della vocazione coniugale ("Ma esiste anche questa vocazione?!"): per quanto uno/a pensi di essersi innamorato/a di un'altra persona, fintanto che l'altro/a non cor-risponde (risponde "con" e col "cor"), non si creerà una reale storia di coppia. E perché prosegua (sia davvero una "storia" e non un "colpo di fulmine") ha bisogno di tempo e di innumerevoli conferme. Affinché la vocazione ministeriale sia una chiamata, deve conservare una struttura dialogica. Con una avvertenza: il dialogo amoroso di cui si tratta non si svolge primariamente tra il singolo e una "voce" di Dio ascoltata interiormente, bensì tra colui che umilmente dichiara di aver intuito una chiamata e coloro che una Chiesa incarica per il servizio di valorizzazione-discernimento di tale intuizione. Grande responsabilità quest'ultima, da viversi come obbedienza allo Spirito Santo e certamente non in modo solitario-imperativo, bensì in forma collegiale che rispetti l'ecclesialità.
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Leggi tutto: Ogni giorno la tragedia quotidiana... che paga e passa!
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L'auricolare è un traduttore simultaneo:
http://www.repubblica.it/tecnologia/prodotti/2016/05/18/news/waverlylabs_pilot_l_auricolare_che_traduce_in_piu_lingue-140035069/
http://www.waverlylabs.com/