La storia la scrivono i vincitori. E comunque ciascuno presenta e ricostruisce gli eventi come gli aggrada, come gli è utile, come gli porta vantaggio. O anche - nella migliore delle ipotesi - come li capisce.
dMc 220629

Spesso a noi cattolici sfugge la strettissima relazione tra Comunione eucaristica e Comunione fraterna: da un lato puoi permetterti di pensare che puoi arrivare tardi a messa, non salutare il vicino di panca, non scambiare un segno di pace, non aprire bocca per pregare il Padre Nostro... e andare tranquillamente a mangiare lo stesso Pane spezzato; dall'altro, puoi ricevere la Comunione eucaristica e poi uscire senza cantare il canto finale, strombazzare se non spostano subito l'auto, investire il pedone (altro fedele della stessa messa) sulle strisce pedonali, non lasciare il tuo contributo per la vita comunitaria.
N.B.: puoi anche esigere di ricevere il sacramento dell'Eucarestia sulla lingua (e non sulla mano) e poi scagliarti contro il segno visibile della presidenza della comunione nel collegio episcopale.
dMc 220628

Prendersi cura della persona.
Si parte dall'ascolto. E si agisce in base a quanto si è ascoltato, in vista di un obiettivo: al primo posto la persona, in una comunità.
don Chisciotte Mc, 220627

... alla messa delle ore 18 abbiamo pregato per il dono della pioggia!!

#radici
di Gianfranco Ravasi
"'Dopo tutto ho compreso che ciò che l’albero ha di fiorito vive di ciò che tiene sepolto'.
Devo questa citazione proprio a papa Francesco che me ne ha spiegato la fonte: è la terzina finale di un sonetto di un poeta argentino, Francisco Luis Bernárdez, nato a Buenos Aires nel 1900, divenuto anche diplomatico del suo Paese e morto nel 1978 nella stessa città. L’immagine è suggestiva: quando a primavera contempliamo la chioma fiorita di un ciliegio o, in autunno, i grappoli pesanti di una vite o la tavolozza di colori delle arance o dei cachi, non dobbiamo dimenticare che questo splendore è reso possibile solo dalle radici invisibili e nascoste nel terreno.
Quanto noi dobbiamo nella nostra vita quotidiana agli ignoti operatori che reggono l’erogazione dell’elettricità o dell’acqua o coltivano campi lontani o preparano nel chiuso di officine i più svariati utensili. Ma il poeta nel suo testo virava verso un’altra direzione che lascerei scoprire ai lettori, ascoltando alcune sue parole: «Per recuperare ciò che ho recuperato, ho dovuto prima perdere quel che ho perso… Per essere adesso innamorato, ho dovuto essere prima ferito, ritenevo giusto e prezioso ciò che ho sofferto e pianto quello che ho pianto. Dopo tutto ho scoperto che non si gode bene del goduto, se non dopo averlo patito». La luce brilla ancor più quando sboccia dalla tenebra.
in “Il Sole 24 Ore” del 19 giugno 2022

Tolosa, l'Arcivescovo vieta la talare per seminaristi e diaconi
Monsignor de Kerimel ha spiegato di non volere "che i seminaristi si mostrassero in modo troppo clericale”.
TOLOSA , 14 giugno, 2022 / 3:00 PM (ACI Stampa).-
L’Arcivescovo di Tolosa, Monsignor Guy de Kerimel, ha ordinato ai seminaristi e ai diaconi sotto la sua giurisdizione di smettere di indossare la tonaca. Lo riporta ACI Prensa, il portale in lingua spagnola del gruppo ACI.
L'ordine è stato impartito il 2 giugno scorso. Monsignor de Kerimel ha spiegato di non volere "che i seminaristi si mostrassero in modo troppo clericale”.
Secondo l’Arcivescovo "la priorità di un giovane in formazione al sacerdozio ministeriale è quella di crescere e rafforzare il suo rapporto con Cristo in umiltà e verità, senza pretendere di entrare in un personaggio: deve far crescere in lui la carità pastorale e rendersi accessibile a tutti prima di preoccuparsi di mostrare un'identità molto marcata".
La decisione del prelato ha generato polemiche sui social network e su alcuni siti web cattolici.
Monsignor de Kerimel da vescovo di Grenoble lo scorso anno dopo l’entrata in vigore del motu proprio Traditionis Custodes aveva chiuso la missione nella sua diocesi della Fraternità sacerdotale di San Pietro, i sacerdoti che celebravano la messa secondo il rito antico.
https://www.acistampa.com/story/tolosa-larcivescovo-vieta-la-talare-per-seminaristi-e-diaconi-20095?fbclid=IwAR0V7Hv3Bk_va2NRCECKyUbBYyCPHtG6PHLrxqn2Prd6bg3EEuW-HPy5NGE

"Una cosa mi preoccupa, mi preoccupa abbastanza.
Mi domando: la riforma che il Concilio ha avviato, come va, fra voi?
La pietà popolare è una grande ricchezza e dobbiamo custodirla, accompagnarla affinché non si perda. Anche educarla.
Su questo leggete il n. 48 della Evangelii nuntiandi che ha piena attualità, quello che San Paolo VI ci diceva sulla pietà popolare: liberarla da ogni gesto superstizioso e prendere la sostanza che ha dentro.
Ma la liturgia, come va?
E lì io non so, perché non vado a Messa in Sicilia e non so come predicano i preti siciliani, se predicano come è stato suggerito nella Evangelii gaudium o se predicano in modo tale che la gente esce a fare una sigaretta e poi torna… Quelle prediche in cui si parla di tutto e di niente.
Tenete conto che dopo otto minuti l’attenzione cala, e la gente vuole sostanza. Un pensiero, un sentimento e un’immagine, e quello se lo porta per tutta la settimana.
Ma come celebrano?
Io non vado a Messa lì, ma ho visto delle fotografie. Parlo chiaro. Ma carissimi, ancora i merletti, le bonete…, ma dove siamo? Sessant’anni dopo il Concilio! Un po’ di aggiornamento anche nell’arte liturgica, nella “moda” liturgica!
Sì, a volte portare qualche merletto della nonna va, ma a volte. È per fare un omaggio alla nonna, no? Avete capito tutto, no?, avete capito. È bello fare omaggio alla nonna, ma è meglio celebrare la madre, la santa madre Chiesa, e come la madre Chiesa vuole essere celebrata".
papa Francesco, ai vescovi e ai presbiteri delle chiese di Sicilia, 9 giugno 2022
https://www.vinonuovo.it/attualita/societa/pizzi-merletti-e-bonete/?fbclid=IwAR0k4gp9P3Sb3AUNFURME7u4jtQsQmozMSsyN88iWQtUvMUmfcMSpTJjOiA