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"Nel tempo dell'inganno universale
dire la verità
è un atto rivoluzionario"
G. Orwell
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Testo ritenuto di difficile lettura ma considerato dalla maggioranza della popolazione interessante. Poco letto ed utilizzato per la preghiera personale, ma presente nelle case. E' la Bibbia, al centro di un'indagine condotta da Gfk
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"La casa non fonda le sue fondamenta sulla terra,
ma su una donna"
proverbio messicano
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sacerdote - nato a Ruota (Lucca) il 5 marzo 1912 -.Vicario Foraneo del Vicariato di Monsagrati (Lucca) - aiuta renitenti alla leva e perseguitati politici - dà ai partigiani assistenza religiosa. Arrestato il 2 agosto 1944 nella Chiesa di Fiano, ad opera di tedeschi, subito dopo la celebrazione della Messa - tradotto a Lucca, sotto l'imputazione di avere nascosto nella propria abitazione un giornalista ebreo. Fucilato alle ore 22 del 4 agosto 1944, da plotone tedesco, fuori Porta Elisa di Lucca.
4 agosto 1944
Babbo e Mamma, state tranquilli - sono sereno in quest'ora solenne. In coscienza non ho commesso delitti: solamente ho amato come mi è stato possibile. Condanna a morte - I° per aver protetto e nascosto un giovane di cui volevo salva l'anima, 2° per aver amministrato i sacramenti ai partigiani, e cioè aver fatto il prete. Il terzo motivo non è nobile come i precedenti - aver nascosto la radio. Muoio travolto dalla tenebrosa bufera dell'odio io che non ho voluto vivere che per l'amore! "Deus Charitas est" e Dio non muore. Non muore l'Amore! Muoio pregando per coloro stessi che mi uccidono. Ho già sofferto un poco per loro... E' l'ora del grande perdono di Dio! Desidero avere misericordia; per questo abbraccio l'intero mondo rovinato dal peccato - in uno spirituale abbraccio di misericordia. Che il Signore accetti il sacrificio di questa piccola insignificante vita in riparazione di tanti peccati - e per la santificazione dei sacerdoti. Oh! la santificazione dei sacerdoti. Oggi stesso avrei dovuto celebrare Messa per questa intenzione - invece di offrire a Gesù - offro me a Lui, perché faccia tutti santi i suoi ministri, tutti apostoli di carità - e il mio pensiero va anche ai confratelli del Vicariato, che non ho edificato e aiutato come avrei dovuto. Gliene domando umilmente perdono. Mi ricordino tutti al Signore. (...) A tutti i parenti - a tutti i conoscenti, a tutti i Ruotesi, cosa dirò? Quello che ho ripetutamente detto ai figli di adozione, i Fianesi. Conservatevi tutti nella grazia de Signore Gesù Cristo - perché questo solamente conta quando ci si trova davanti al maestoso passo della morte - e così tutti vogliamo rivederci e starsene indissolubilmente congiunti nella gioia vera e perfetta della unione eterna con Dio in cielo. Non più carta - all'infuori di questa busta - e anche la luce sta per venir meno. Domani festa della Madonna potrò vederne il volto materno? Sono indegno di tanta fortuna. Anime buone pregate voi tutte perché mi sia concessa presto - prestissimo tanta fortuna! Anche in questo momento sono passati ad insultarmi... "Perdonali, Signore, perché non sanno quello che fanno". Signore, che venga il Vostro regno! Mi si tratta come un traditore - assassino. Non mi pare di aver voluto male a nessuno - ripeto a nessuno - mai che se per caso avessi fatto a qualcuno qualche cosa di male - io qui dalla mia prigione - in ginocchio davanti al Signore - ne domando umilmente perdono. Al sacerdote che mi avviò al Seminario D. Ugo Sorbi il mio saluto di arrivederci al cielo. Ai carissimi Superiori del Seminario, specialmente a Mons. Malfatti e al Padre Spirituale D. Giannotti - l'invito che mi assistano nel punto più decisivo della mia esistenza - la morte - mentre prego il Signore a ricompensarli centuplicatamente come sa far Lui.
http://www.storiaxxisecolo.it/documenti/documenti7.html
http://www.italia-liberazione.it/ultimelettere/ultimelettereanagrafe.php?ricerca=141&presentazione=1
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perito industriale - nato a Brescia il 21 novembre 1921 - sottotenente di complemento di Artiglieria - catturato una prima volta nel settembre 1943 per resistenza armata a forze tedesche e condannato a morte, evade dalla cella ove è stato rinchiuso - rientra a Brescia - si unisce a Giacomo Perlasca nella organizzazione delle formazioni di Valle Sabbia - ne diventa il více-comandante ed è comandante della 3' Compagnia preposta alla organizzazione dei campi di lancio. Arrestato una seconda volta il 18 gennaio I944 acl opera di fascisti, in via Moretto a Brescia, mentre con il comandante Perlasca si reca al Comando Provinciale per riferire sulla situazione della zona. Processato il 14 febbraio I944 dal Tribunale Militare tedesco di Brescia, quale organizzatore di bande armate. Fucilato il 24 febbraio I944, presso la Caserma del 30° Reggiinento Artiglieria di Brescia, con Giacomo Perlasca.
Ore 21 del 23.2.1944
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meccanico - nato a Coazze (Torino) il 24 maggio 1925 -. Partigiano della Brigata "Lullo Mongada", Divisione Autononia "Sergio De Vitis", partecipa agli scontri del maggio 1944 nella Valle di Susa e a numerosi colpi di mano in zona Avigliana (Torino). Catturato nel dicembre 1944 da pattuglia RAU (Reparto Arditi Ufficiali), alla Barriera di Milano in Torino - tradotto alle Carceri Nuove di Torino. Processato dal Tribunale Co.Gu. (Contro Guerriglia) di Torino. Fucilato il 22 dicembre 1944, al Poligono Nazionale del Martinetto in Torino da plotone di militi della GNR, con Candido Dovis.
Dal Carcere, 22 dicembre 1944
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Giovanni, soprannominato Marco, era cugino di Barnaba. Nella casa di sua madre, Maria, la comunità era raccolta in preghiera, quando ad essa Pietro venne la notte che l'angelo lo liberò dal carcere di Erode. Fu compagno di Paolo e di Barnaba nel loro primo viaggio apostolico, ma sgomento per le crescenti difficoltà fece ben presto ritorno in patria. Si unì poi a Barnaba, che all'inizio del secondo viaggio apostolico si separò da Paolo e andò a evangelizzare l'isola di Cipro. In seguito tornò a collaborare con Paolo, che lo stimò «molto utile nel ministero»; a lui fu di aiuto e di conforto nella sua prigionia. Fu anche discepolo e collaboratore di Pietro, del quale riprodusse la predicazione nella stesura del suo vangelo. Come dice la tradizione, su mandato di Pietro fondò la Chiesa di Alessandria in Egitto e sigillò col sangue la sua missione di annunciatore di Cristo. Il suo corpo, secondo una persuasione antichissima, è venerato a Venezia, nella basilica eretta in suo onore.
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Musica, informazione, intrattenimento e Missione. Un progetto dei Missionari Comboniani, dello storico mensile Nigrizia e di Nigrizia Multimedia.
AFRIRADIO si propone di sovvertire gli stereotipi che vogliono il continente sinonimo di fame, malattie, guerre e miseria, proponendo invece un'immagine positiva dell'Africa. AFRIRADIO rappresenta una fonte di informazione alternativa agli apparati mediatici che promuovono interessi economici e politici di parte. Fedele alla tradizionale linea editoriale di Nigrizia, voce dei popoli dell'Africa e del Sud del mondo. AFRIRADIO intende essere voce di chi crede in una società in cui siano promossi valori umani ed evangelici quali la solidarietà, l'accoglienza, il dialogo interculturale, l'incontro interetnico e il rispetto per le diverse tradizioni e fedi religiose.
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Vorrei interrogarmi soprattutto sulla povertà del processo (a Gesù) così come è presentato da Giovanni. Mentre è più plausibile nei sinottici, nel IV vangelo è una vera farsa, una caricatura. Mi pare che Giovanni intenda probabilmente sottolineare un indice di decadenza religiosa e giuridica: Gesù viene portato davanti a chi non è autorizzato né a interrogarlo né a condannarlo e tocca a lui spiegare come andrebbe condotto il processo.
Ci troviamo davvero di fronte al crollo di una istituzione, una istituzione - notiamo - che avrebbe avuto il compito primario di riconoscere il Messia, verificandone le prove.
Sarebbe stato questo l'atto giuridico più alto di tutta la sua storia. Invece fallisce proprio lo scopo fondamentale. Certamente i sommi sacerdoti hanno molti titoli di discolpa. Possiamo comprenderlo considerando tutta la storia di Gesù e il modo con cui egli si è presentato; (...) Ciò non toglie che Giovanni ci mette di fronte a una istituzione che ha perso l'occasione provvidenziale in vista della quale era sorta.
Si pone qui un problema gravissimo, quello della possibilità che un'istituzione religiosa decada: si leggono ancora i testi sacri, però non sono più compresi, non hanno più forza, accecano invece di illuminare. Molte volte ho insistito sulla necessità di giungere a superare le tradizioni religiose quando non sono più autentiche. Solo la parola di Dio, rappresentata qui da Gesù, è normativa e capace di dare chiarezza.
C.M. Martini, Le tenebre e la luce, 76-77
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L'eterno dilemma delle donne: famiglia o carriera? Se ne parla proprio in questi giorni anche grazie all'uscita di un libro “No kid”” scritto da un'autrice francese - Corinne Maier
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Voltaire
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Titolo del primo incontro: insieme per sempre
Bologna, il Comune finanzia i corsi contro il divorzio.
Ti sposi in Comune? Adesso c'è (gratis) il corso prematrimoniale per i fidanzati che scelgono il sindaco invece del parroco. Prima lezione: «Insieme per sempre ». In sostanza, istruzioni anti divorzio in versione laica. L'idea è venuta a Lina Delli Quadri, consigliere comunale del Pd: stesso partito di Cofferati. Una cattolica impegnata nel volontariato che ha pensato: anche chi sceglie il rito civile deve avere, a cura dell'amministrazione comunale, l'opportunità di essere istruito in materia di matrimonio. Le altre lezioni sono su «Sessualità e amore», «Coppia e creatività», «Doveri e diritti nelle relazioni familiari». L'iniziativa è interessante in una Bologna dove i rapporti tra Comune e Chiesa hanno avuto anche pesanti note polemiche. La Delli Quadri spiega che il sindaco le ha dato subito via libera e che i parroci non si sentono toccati dalla concorrenza. Forse perché obiettivo comune è rendere stabili le unioni. I corsi, come scrive oggi il Corriere di Bologna, sono tenuti da specialisti dell'Ucipem, associazione milanese di matrice cattolica che, nella sua carta fondante, dichiara di riconoscere «che la persona umana è tale fin dal concepimento». La stessa Ucipem, che da tempo istruisce i fidanzati che vanno a sposarsi in chiesa, sottolinea le differenze: «Il matrimonio religioso è un sacramento, quindi comporta anche un'istruzione catechistica che non ha ragione di essere per chi sceglie il rito civile». Al primo corso si sono iscritte una ventina di coppie: tutte al primo matrimonio, solo in un caso l'uomo è al secondo. Due fidanzati hanno già seguito un corso in parrocchia perché si sposeranno in Chiesa ma hanno voluto ampliare la loro preparazione anche con l'insegnamento laico. Le lezioni (quattro serate di due ore ciascuna) si tengono in una sala comunale. Quando i cittadini si recano all'ufficio matrimoni per le pratiche ricevono anche un volantino informativo. A fine maggio partirà il secondo ciclo di incontri. Da ottobre l'iniziativa sarà strutturata in modo completo, anche sulla base dei suggerimenti delle coppie. Le impressioni dei fidanzati che stanno seguendo le lezioni, tenute da esperti in materie come psicologia, sessuologia e legislazione familiare, sono positive. «Non credevo che un Comune, con tutti i problemi che ha, potesse pensare anche a chi si sposa », ha detto un giovane alla vigilia del sì. Il consenso non stupisce la consigliera comunale. Sposata da 27 anni, provenienza Margherita, cattolica praticante, Lina Delli Quadri è convinta: «La preparazione al matrimonio può contrastare i troppi fallimenti».
Vittorio Monti - 18 aprile 2008
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Finalmente ho capito. Dopo anni di dibattiti, articoli, convegni sul futuro dei media e “bla, bla, bla”, improvvisamente tutto è più chiaro. Sono entrato nel bagno di mia figlia attirato dalla musica. La porta era aperta. Lei stava sotto la doccia. Sul lavandino c'era il suo MacBook, collegato wi-fi, che sparava a tutto volume un video-clip da YouTube.
E' stato illuminate. Ora, uno si aspetta che in bagno si legga il giornale, un libro, una rivista. Al limite che si ascolti la radio facendosi la barba o truccandosi. Nei dibattiti sul futuro dell'informazione ho sempre sentito dire che nessuno si porterebbe un computer al cesso. Ecco, siamo tutti smentiti. A 15 anni con il computer si va anche in bagno. Capisco la Bbc che ha deciso di digitalizzare tutti i programmi televisivi per dare modo ai propri utenti di vedere quello che vogliono, dove e quando vogliono.
La generazione “in bagno con il pc” non credo si staccherà, anche in futuro, dal binomio computer-telefonino. Comunque vada a finire, questa vicenda ha un aspetto positivo: il vecchio stereo “Luxman”, reperto anni 70 ormai introvabile e prezioso per ascoltare la musica rock, non viene più maltrattato da mesi. Old media, good media: per fortuna.
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È il record nazionale. Pesano carriera e famiglia, il crollo tra i 30 e i 40 anni. Il 3% degli uomini colpito dalla malattia contro il 2,5 di Roma e il 2 di Palermo. La crisi quando si lascia il guscio protettivo dei genitori. Se la situazione degenera spesso si preferisce l´automedicazione, e dallo psichiatra si arriva a patologia avanzata
di Laura Asnaghi
Andrea, trent´anni, una carriera da manager, non ci voleva credere. «Io depresso? Vi sbagliate. È solo stress. Mi prendo un weekend di pausa e torno come prima». Ma il fine settimana al mare non è servito a migliorare l´umore di Andrea. Lui, che era sempre stato uno studente modello della Bocconi, dopo qualche anno di lavoro ai vertici di grandi aziende multinazionali si era logorato. Perdeva la calma per un nonnulla, tirava pugni sulla scrivania e, in auto, diventava una belva se qualcuno davanti a lui andava troppo lento.La storia di Andrea, che oggi è in cura al Fatebenefratelli, è quella che accomuna molti giovani milanesi travolti dalla depressione, malattia che, di solito, si pensa sia solo un dramma che riguarda le donne. Ma non è così. Secondo le ultime statistiche mediche a Milano il "male di vivere" colpisce almeno 60mila donne mentre gli uomini depressi sono più di 26mila. «Certo le donne sono più numerose ma l´incidenza della depressione tra i maschi è in forte crescita» spiega Claudio Mencacci, primario di psichiatria al Fatebenefratelli. La depressione in chiave maschile sarà uno dei temi centrali di un convegno, "La prevenzione in psichiatria", che si tiene a Sondrio, in Valtellina, da oggi fino a domenica. Milano guida la classifica delle città italiane più esposte al rischio di depressione tra i maschi con il 3 per cento dei malati, pari a 26 mila casi. Al secondo posto c´è Torino con il 2,8 per cento e 21.500 pazienti, al terzo posto si colloca Roma con il 2,5 per cento e 47.500 depressi. Seguono Napoli con il 2,4 per cento di malati (pari a 20mila casi) e Palermo con il 2 per cento (14mila casi).Ma perché Milano detiene il primato? «Qui ci sono condizioni ambientali che rendono la vita più dura - spiega Mencacci - spesso si pretende dai maschi di essere dei professionisti Superman, brillanti e capaci. Ma oltre alla carriera si richiedono performance d´alto livello anche sul fronte familiare. Non tutti reggono la sfida». Così l´ansia cresce e la paura di non essere all´altezza della situazione si traduce prima in disagio e poi in malattia vera e propria. Chi ne soffre di più sono i maschi, dai 30 ai 40 anni, nel pieno della loro carriera. «Per alcuni uomini riuscire a fronteggiare tutte queste sfide diventa uno sforzo intollerabile - spiega Mencacci - molti diventano cupi, irascibili e il loro malumore spesso degenera in quello che noi medici definiamo "la caduta della performance" che significa difficoltà a concentrarsi nel lavoro e disinteresse verso la famiglia e la vita». Ma i maschi, a differenza delle femmine, non ricorrono subito ai medici. Anzi, se ne tengono ben alla larga. «Prima di trovare il coraggio di farsi curare passano mesi - ricorda Mencacci - c´è chi si auto-prescrive farmaci contro l´ansia, chi si rifugia nell´alcol e chi non trova più neanche la forza di uscire di casa». Risultato: quando i maschi si arrendono all´evidenza e bussano alla porta di uno psichiatra la loro malattia è a uno stadio avanzato. «Le cure sono a base di farmaci, psicoterapia e, se possibile, sport - conclude Mencacci - perché il calcio, il tennis o lo sci aiutano a ritrovare la voglia di vivere. Dalla depressione si esce ma il cammino è lungo. Soprattutto per i maschi: proprio perché fanno di tutto per evitare di ammettere di aver bisogno d´aiuto». (10 aprile 2008)
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Pasqua, festa dei macigni rotolati.
don Tonino Bello
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"C'è un aspetto della vita familiare che fa particolarmente bene a un prete celibe: la testimonianza dell'assoluta concretezza dell'amore. Nella vita familiare occuparsi di qualcuno è fisicamente... occuparsi di qualcuno; nella vita familiare i conflitti e le preoccupazioni non rimangono fuori dalla porta di casa, ma nella tua casa e dormono perfino accanto a te; nella vita familiare capisci che coloro che ami li hai sempre interiormente con te e questo fa tanto bene, ma è anche tanto gravoso da portare, soprattutto quando qualcosa gira storto, per la salute, il lavoro, la casa; nella vita familiare la relazione sessuale non è soltanto il sogno a luci rosse, ma un'esperienza che va anche mantenuta e accompagnata nel tempo, con le esuberanze giovanili e l'evoluzione o il declino della adultità.Il prete come cristiano vive dell'amore di Dio e dovrebbe dedicare la sua vita a non fare altro che annunciare quell'amore. Ma la concretezza e i costi dell'amore possono sfuggirgli se ogni tanto non li vede e non li tocca con mano. Può sfuggirgli soprattutto la dimensione particolare dell'amore che, nella logica del mistero di Cristo, è già «assoluto nel frammento». Gli farà bene avere due sposi come amici: con loro potrà condividere quella concretezza, perché se vuoi bene a un amico, sai gioire e soffrire con lui. (...)Pure a quella coppia di sposi farà un gran bene avere un amico prete. Se a un prete fa molto bene sperimentare il concreto dell'assoluto, a una coppia di sposi fa altrettanto bene sperimentare l'assoluto del concreto. Perché loro nella concretezza possono perfino naufragare; perché, a un certo punto, nella vita di coppia può accadere che tu veda di tua moglie o di tuo marito soprattutto il limite, la parzialità, l'imperfezione. E allora: come la mettiamo se in quella relazione ti sei giocato tutto?L'amico prete può dirti che la relazione è buona per¬ché è parte di una storia della salvezza che la contiene - per questo è un sacramento -, perché il suo bene è in Cristo, che ha divinizzato il limite, il frammento, l'imperfezione. Però l'amico prete non ti dirà tutto questo con una dotta conferenza, ma con la sua vita. Lui vive la relazione in assoluto più limitata e limitante, più imperfetta di qualunque relazione di coppia: quella in cui l'altro semplicemente non c'è. Ma la vive in Cristo. Dunque, in lui cosa vedi?"
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«Ha compiuto una bella azione verso di me» (cfr Mc 14, 1-11). Salta così un'ultima contrapposizione: quella tra bello e buono. "Kalon ergon" si può tradurre sia con azione buona che azione bella. Sorge il sospetto che se i cristiani si preoccupassero maggiormente di fare "qualcosa di bello", nel mondo non mancherebbe mai "qualcosa di buono". Proprio come nei giorni della creazione".
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http://www.radio.rai.it/radio1/pianetadimenticato/
http://www.radio.rai.it/radio1/permessodisoggiorno/
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"Nel campo di rieducazione, eravamo divisi in gruppi di 50 persone; dormivamo su un letto comune, ciascuno aveva diritto a 50 cm. Siamo riusciti a far sì che ci fossero cinque cattolici con me. Alle 21.30 bisognava spegnere la luce e tutti dovevano andare a dormire. In quel momento mi curvavo sul letto per celebrare la Messa, a memoria, e distribuivo la comunione passando la mano sotto la zanzariera. Abbiamo perfino fabbricato sacchettini con la carta dei pacchetti di sigarette, per conservare il Santissimo Sacramento e portarlo agli altri. Gesù Eucaristia era sempre con me nella tasca della camicia. Ogni settimana aveva luogo una sessione di indottrinamento, a cui doveva partecipare tutto il campo. Al momento della pausa, con i miei compagni cattolici, approfittavamo per passare un sacchettino a ciascuno degli altri quattro gruppi di prigionieri: tutti sapevano che Gesù era in mezzo a loro. La notte, i prigionieri si alternavano in turni di adorazione. Gesù eucaristico aiutava in modo inimmaginabile con la sua presenza silenziosa".
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(...)
I CAMP - Tre modi d'imparare divertendosi:
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2) La trasparenza inevitabile. (...)
3) La censura di YouTube. Onestamente, non so che cosa avrei fatto io se l'altro ieri mi fossi trovato nelle condizioni di Luciani. Probabilmente però avrei fatto qualcosa tipo un post su un blog o un video su YouTube, se possibile un po' autoironico e scherzoso, per sdrammatizzare il più possibile. Tipo: okay, ho detto una cazzata, non sarà né la prima nè l'ultima, alle medie tiravo palline di carta con la cerbottana e mi sono distratto durante la lezione di storia. Magari il video l'avrei fatto pure con il cappellino da asino, sorridendo, davanti a una riproduzione del famoso quadro di Napoleone ad Austerlitz. Credo che tutti avremmo simpatizzato per uno capace di non prendersi sul serio. Invece Luciani e la sua azienda si sono comportati come il ministero dell'informazione nordcoreano e hanno fatto rimuovere il video. Ottenendo così un doppio effetto: primo, confermarsi un'azienda totalitaria e premoderna; secondo: non cancellare davvero il video, che continua a circolare come prima. Una scelta censoria è quasi sempre deprecabile, ma nel 2008 (con tutti i blog e i siti che hanno ripreso il discorso di Luciani fino a farlo ritornare su YouTube) è assolutamente inutile e controproducente.
4) Il comportamento dei giornali. (...)
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Una mini-dépendance del museo Grévin, per la quale non è escluso che si possano ricevere sovvenzioni dallo stato - con tre o quattro spuntini di compleanno, infatti, e qualche giorno di festa di fine d'anno, l'affluenza dei visitatori è troppo ridotta perché la cosa possa autofinanziarsi.
Soprattutto non muoversi, non respirare, non guardare né a destra né a sinistra, e l'effetto sarà perfetto. Esistono degli sposi-fossili, come esistono dei credenti-fossili. Sono coloro che aspettano dall'istituto del matrimonio come dall'istituzione della chiesa, che li proteggano dai disordini dell'amore e della fede. Questo tentativo disperato di tenere in vita la luce originaria del lampo, disinnescandone il pericolo mortale, avrebbe un che di quasi commovente se non avesse la pretesa di riuscirvi davvero!
L'istituzione che mantiene il lampo sotto una campana, lo custodisce fissato dentro un reliquario, lo difende come un bottino di rapina, si rende colpevole verso la vita. La speranza che lo stesso bagliore possa conservarsi è la radice del dramma. Come se il fuoco del cielo si potesse tenere sotto un coperchio di tabernacolo! E sotto un globo di vetro, come una corona di sposa, la fiaccola dell'amore. Come se potessero perdurare in altro luogo che non sia il cuore acceso degli uomini e delle donne viventi!
Quando il matrimonio non lascia che i venti folli della vita e del rinnovamento lo scuotano, quando la chiesa non si lascia spettinare dai sismi salutari dell'esperienza mistica, essi diventano regni dei morti. Consegnato corpo e anima all'istituzione, il matrimonio perde il filtro mortale e il nettare. Spogliato, disinfettato, vaccinato, messo sotto vuoto, non fermenterà, non conoscerà l'alto processo di distillazione che attraverso i mosti e le melasse raggiunge, all'altra estremità dell'alambicco, l'oro di distillati preziosi.
Se l'istituzione è anche ferocemente mortifera, è perché teme il cambiamento, lotta contro di esso, e con ciò agisce contro la natura della vita che è incessante metamorfosi. Ogni istituzione finisce, presto o tardi, per affogare il figlio dell'amore nell'acqua sporca del bagno. La sola maniera che abbiamo di onorare la vita è di osare affrontarla di nuovo ogni giorno, senza gravarla delle nostre attese - osare l'unicità del giorno nuovo!
Infatti il disastro non deriva forse dal nostro attaccamento a questa o a quella forma che l'amore ha assunto in un dato momento della nostra vita - il più delle volte al suo inizio - e dal nostro desiderio di conservarlo tale a ogni costo? Ma lo spirito è pura fluidità. Non smette di passare da una forma all'altra, sparisce di là, risorge qui, imprevisto, argento vivo, dove noi non l'aspettiamo - e le vecchie forme alle quali ci attacchiamo sono proprio quelle che lui ha abbandonato da tempo!
E magari aspettiamo tutta una vita in piedi davanti alla casa abbandonata dall'(dalla) amato(a), quando, qualche via più in là, lei (lui) ci attende invano, ogni giorno, a un nuovo balcone.
Pietà per coloro che si sposano per essere felici.
Pietà per coloro che, per disgrazia, saranno troppo a lungo contenti di quella felicità anodina che si è loro augurata nel giorno delle nozze - troppo a lungo amanti dell'amore inoffensivo delle lune di miele!
Pietà per coloro che saranno troppo a lungo fotogenici e presentabili come il giorno delle nozze!
Sono fredde le gabbie di vetro, quando la luce delle vetrine si spegne!
Il matrimonio ha per noi altre ambizioni.
Il matrimonio non ci vuole presentabili, ci vuole vivi! - e ci farà perdere la faccia fino a che, sotto le nostre maschere, appariranno i nostri veri volti".
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La gente canta, quando il "contesto" non è asfittico, bensì VIVO!!
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Il comunicato della Presidenza dell'Azione cattolica ambrosiana
Il contesto nel quale ci troviamo è estremamente ambiguo e poco definito. Ogni opinione e il suo contrario trovano legittimità nel dibattito pubblico: anche i programmi politici tendono a convergere ed ad assomigliarsi tra di loro. Inoltre si va a votare con quella stessa legge elettorale insoddisfacente che nella passata legislatura non ha permesso né agli elettori di scegliere i propri candidati né al sistema politico di ottenere una sicura stabilità di governo. In un tale contesto, grande è la delusione nei confronti della politica e la voglia di “astensionismo“. Altrettanto evidente è la curiosità di molti nei confronti del mutato scenario politico che si è venuto a determinare con la discesa in campo di nuovi soggetti politici. Alla luce di tali elementi, ci sentiamo di ricordare che in ogni caso il voto è un diritto - dovere di ciascuno cittadino, chiamato a concorrere all'edificazione della città di tutti e a quel bene comune da costruire anche con faticose azioni di discernimento e di scelta. Votare, affermavano appena due anni fa i vescovi lombardi, è un diritto - dovere radicato nella dignità della persona. La partecipazione al voto per il credente è anche motivata dalla fede ed è espressione di carità. In quest'ottica manifestiamo stima verso coloro che con impegno e serietà si sono messi nuovamente in gioco, per garantire il governo del Paese.
Alla luce dell'attuale campagna elettorale, nella quale i cattolici sembrano essere corteggiati da più parti, ma non propriamente valorizzati - come si evince dalle scelte dei candidati - , come cattolici avvertiamo l'esigenza di affermare che ciò che attira il nostro interesse non è la citazione dell'etichetta “cattolico”, ma la capacità di pensare in grande, di guardare lontano, di esercitare la capacità di “voler bene al futuro del proprio Paese”, come ha recentemente affermato il cardinal Bagnasco, presidente della Cei. Se politica è “visione dell'interesse lontano” riteniamo che i cittadini debbano non solo votare, ma anche informarsi e cercare tra i vari partiti quelli più capaci di gettare le basi di un futuro prossimo e remoto, ben oltre la ricerca di un tornaconto immediato o limitato ad una prospettiva quinquennale. Siamo chiamati, con un esercizio di profezia, a riconoscere e promuovere chi sa guardare lontano. Chiedere alla politica progetti lungimiranti è un esercizio di vigilanza a cui oggi siamo tenuti.
Cosa costruisce il domani?
- La cura dei piccoli e dei giovani, sia all'interno che all'esterno delle istituzioni scolastiche per la loro piena maturazione umana;
- la cura della famiglia e delle condizioni che ne permettano una crescita serena (casa, lavoro stabile) e una tutela della vita dal concepimento alla morte naturale;
- la riflessione riguardo allo scenario internazionale con le sue risorse e i suoi problemi;
- la cura dell'ambiente, quale casa unica che abbiamo per abitare nel cosmo, e la cura oculata e previdente delle risorse economiche e finanziarie per l'oggi e per le future generazioni;
- la costruzione di una società che inevitabilmente sarà contrassegnata dalla multiculturalità, la quale rischia di essere “subita” se non viene sostenuta da un progetto che abbia al centro l'uomo e la sua dignità.
Un progetto pensato e costruito all'insegna dell'integrazione tra diversi, e capace di assumere le grandi questioni etiche.
Un impegno a determinarsi contro ogni tipo di associazione illegale e di organizzazioni di tipo mafioso.
Questi temi non sembrano essere tutti attualmente al centro del dibattito politico.
Il nostro domani ha bisogno fin da ora di una rinnovata capacità di pensiero, che sia frutto di un lavoro condiviso, di una nuova sintesi culturale, dentro la quale, come cattolici, possiamo e dobbiamo esercitare con competenza un ruolo alto di riflessione e di dedizione riguardo al quel bene che è comune ad ogni uomo. Auspichiamo che nascano luoghi di riflessione prepolitica sia nell'ambito ecclesiale sia in quello civile, dove possa ripartire un laboratorio culturale di alto profilo, terreno fecondo per una politica a servizio del bene del paese. Questo auspicio sta a segnalare che, come credenti e cittadini, cerchiamo di guardare lontano, attraverso e oltre il 13 aprile.
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A trent'anni dalla comparsa di Goldrake, una rivisitazione nostalgica!
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Gli strali di Aldo Grasso contro «Amici»
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