Resistenza. Non cedere a forze o spinte
di Nunzio Galantino
(...) "La parola resistenza deriva dal verbo composto re-sistere; a sua volta collegato alla radice sanscrita stha, che esprime l’idea dello stare o del rendere fermo/stabile, preceduto dal prefisso rafforzativo re. Letteralmente la resistenza è l’atto fermo e ostinato del non cedere mediante una qualunque
forma di opposizione all’invadenza di una forza o di una spinta. Un termine che evoca essenzialmente staticità e voglia di non cedere. Non riferita però solo all’ambito fisico. (...) Altri autori hanno poi scritto sull’importanza della «resistenza intima», come la chiama J. M. Esquirol. Il filosofo catalano parte da una constatazione fin troppo evidente. Le forze che tendono a disgregare la nostra esistenza e a ridurre in frantumi le nostre relazioni non sono solo le forze esterne o quelle legate al clima. Vi sono pratiche quotidiane e forme di comunicazione che gradualmente, ma inesorabilmente, tendono a indebolire, se non proprio a demolire le risorse interiori di ciascuno di noi. Di fronte alla loro invadenza, può solo salvarci la «resistenza intima»,
che nulla ha a che fare con il comodo e sterile intimismo. Si tratta piuttosto di una resistenza molto vicina a quella maturata nella riflessione e nelle scelte di D. Bonhoeffer. Una resistenza che si nutre di responsabilità, non intende rinunziare all’analisi della realtà, resta fedele alla terra e, per non
arrendersi alla mediocrità, non ama pascersi di slogan irresponsabili".
in “il Sole 24 Ore” del 15 gennaio 2023
R-esistere
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