#leggerezza
di Gianfranco Ravasi
"Prendete la vita con leggerezza, perché leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore" (Italo Calvino).
(...) Lo scrittore si preoccupa subito di esorcizzare un equivoco del linguaggio comune secondo il quale «leggera» è la persona superficiale che si nutre di banalità, di luoghi comuni, di frivolezze, di fatuità.
Forse sarebbe più adatto il vocabolo «lievità» che permette appunto di levarsi verso l’alto e da lassù «planare sulle cose», con uno sguardo panoramico e non parziale. È quell’eleganza interiore che non si esaurisce nell’esteriorità o nella facilità della pianura, ma cerca una pienezza: è questo il compito di tutte le genuine attività spirituali, espresse appunto dal pensiero, dalla bellezza estetica, dalla purezza di cuore e anche dal respiro di fede come quello che alita nelle pagine evangeliche.
C’è un altro dono della leggerezza/lievità: la liberazione dal macigno che opprime il cuore. Questo masso è la pesantezza della carnalità, è l’oppressione del dolore, è la prigione eretta dall’egoismo, è l’affanno del possesso. Sono simili a catene da sciogliere per conquistare l’autentica umanità.
in “Il Sole 24 Ore” del 2 luglio 2023
Con levità
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