* Le lodi mattutine alle ore 8.30 dei giorni festivi.

Alcuni criteri per orientarci

  • Da diverso tempo poniamo la questione: che valore ha oggi celebrare tutte queste messe in una città (…)?
  1. Non può essere data come unica ragione il calo del numero dei preti e il loro invecchiamento. (…)
  2. Da tempo proponiamo la valorizzazione delle ministerialità laicali. Come potremmo fare affinché il “buco” lasciato dallo spostamento di una messa possa essere colmato da un altro modo di ritrovarsi dei fedeli (lettura del Vangelo, rosario, preghiera dei salmi…)?
  3. Avrebbe un enorme valore simbolico convergere come fedeli in una sola messa festiva per ogni parrocchia (al limite, una al mattino e una al pomeriggio, se davvero fosse necessaria), facendo di quella celebrazione il focus della giornata della comunità (canti, preghiere, fraternità) e attorno a quella il “resto”: catechesi, convivialità, carità, visita ai malati, ecc.. Ma occorre tener presente che in alcune realtà la messa è proprio partecipata da una assemblea numerosa, che non potrebbe essere contenuta nello stesso edificio una volta sola al giorno.
  4. Il volto di presbitero che veicoliamo: un uomo che corre da un posto all’altro, celebra la messa e scappa via per celebrare altrove. Quale “pastore” farebbe così?! Chi vorrà mai vivere così la sua vita (dimensione vocazionale per i giovani)?! Connessa a questa scelta, anche quella della qualità della predicazione: si rischiano parole che potrebbero essere dette in ogni tempo e in ogni luogo, disincarnate da quella precisa porzione del popolo di Dio che noi ministri ordinati dovremmo servire e amare, anche “pascolare”.
  5. E’ giunto il momento di eliminare la celebrazione di messe (specie la domenica) aggiunte “in occasione di…”, “dentro la festa X…”, “Invitando il personaggio Y”, ecc. La messa non è devozione né folklore: è convocazione del santo popolo di Dio, per celebrare il memoriale della Pasqua del nostro Signore Gesù ed essere quindi costituito suo corpo. Non altro.
  6. “Ridurre il numero” (…) non è certo la soluzione: attualmente che le messe sono tante, partecipa circa il 15% dei battezzati… una debacle totale, che non vogliamo vedere. C’è molto da riformare nel modo di celebrare e di articolare la liturgia col resto della vita cristiana, e non lo si fa guardando al passato. Una- due messe in meno è già una indicazione di direzione (dalla quale - lo spero - non si deve tornare indietro); ma tra non molto tempo, bisognerà toglierne anche altre... e non sarà un dramma, anzi!
  7. Le prospettive annunciate da papa Francesco sono ben più ampie e chiedono un profondo cambiamento di prospettiva e di stile (spirituale e pastorale)… che abbiamo capito bene, ma di fronte al quale vengono poste non poche resistenze.