Per un certo periodo della vita ho frequentato i luoghi del Senese: li trovo stupendi e molto "parlanti".
Tante persone sono straordinariamente amabili ed accoglienti.
Ho giocato anche a calcio contro la squadra parrocchiale e volavano tranquillamente parole che il vocabolario definisce "bestemmie".
Gli amici toscani si sono detti tra loro innumerevoli volte: "grullo", tra sorrisi e battute. E innumerevoli volte l'hanno detto a me.
Una volta sola, dopo giorni e giorni passati insieme, ho detto la stessa cosa a un amico toscano... se l'è presa non poco.
Chi ha insegnato al milanese la parola "grullo"? Chi ha insegnato al milanese il significato (nell'intreccio tra tono, volume, contesto, ecc)?
Chi ha insegnato all'argentino certe parole italiane? Chi le ha usate davanti a lui, magari ridendo?
Chi non ha ascoltato nient'altro di quel discorso a porte chiuse tra vescovi, tranne quella parola, e ha spalancato la sua boccuccia appena uscito?
In questa vicenda, chi si deve vergognare? Chi è l'ipocrita? Chi è la serpe?
Mc 240529