*Risorgere insieme dal dolore*
Nello Scavo per "Avvenire" ha intervistato due padri attivisti di "Parent’s Circle"; Rami è israeliano, Bassan palestinese: hanno perso le loro figlie in guerra e il 27 marzo 2024 sono stati ricevuti da Papa Francesco. Ecco alcuni passaggi dell'intervista perché sono testimonianza di una resurrezione possibile dal dolore più grande, quello di seppellire i propri figli.
«Parlo da palestinese: noi siamo vittime delle vittime dell’Olocausto». «Parlo da israeliano: la legittima autodifesa non dà diritto alla vendetta, e la vendetta israeliana è sproporzionata». Rami Elhanan è israeliano. Bassam Aramin, palestinese. Nessuno più di loro ha il diritto d’essere ascoltato. «Abbiamo pagato il prezzo più alto possibile e sappiamo e comprendiamo il significato della perdita», dicono. Il prezzo è stata la vita delle loro due bambine. Si sono conosciuti quando avrebbero dovuto essere così lontani, per colpa della guerra degli uni dichiarati agli altri. A Rami e Bassam è capitata la sorte peggiore. Avevano due figlie, Smadar e Abi. La bambina palestinese è stata uccisa dai proiettili di gomma dura sparati dall’esercito israeliano. La coetanea israeliana è stata travolta da un attentato dei palestinesi di Hamas. E si sono ritrovati così, Rami e Bassam. Due uomini rimasti padri, ma che non sarebbero più stati chiamati papà. A farli conoscere è stata la memoria del dolore, non solo quello dei propri lutti. Ma la consapevolezza e la necessità di far sapere che una stretta di mano vale più dell’indice che tiene il grilletto.
«Mio padre – racconta Rami – è sopravvissuto ad Auschwitz, perciò conosciamo il dolore e l’umiliazione, ma la legittima autodifesa non dà diritto alla vendetta. Il 7 ottobre siamo stati umiliati dai terroristi di Hamas. Ma la risposta non possono essere i civili uccisi in massa». Per non dire di «tutti quei muri di separazione e quei miliardi di dollari spesi per tecnologia di sorveglianza, e che il 7 ottobre non sono serviti a niente». La loro amicizia è stata raccontata in Apeirogon, il best seller internazionale dello scrittore irlandese Colum McCann (Feltrinelli), vincitore del Premio Terzani 2022. Sono tornati in Italia da dove vogliono rilanciare il loro messaggio di fratellanza e pace nonostante i torti subiti. Ma che spazio c’è per parole come le loro, ora che a dettare i tempi sono i fanatismi. L’apeirogon è un poligono dai lati infiniti, come la complessità della Terra Santa, dove il conflitto israelo-palestinese appare infinito e misterioso, eppure sorgono voci di speranza. «È difficile – ammette Bassam –, ma soprattutto ora dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per diffondere questo messaggio: la pace è possibile, è necessaria, ma non si raggiunge con le vendette. L’unica soluzione è la fine dell’occupazione israeliana. Questo è il problema principale». Rami è d’accordo. E si spinge oltre: «I politici di entrambe le parti si stanno comportando come dei mafiosi, non rappresentano il popolo, ma solo una minoranza. La linea di demarcazione non è tra israeliani e palestinesi – osserva –, ma tra chi vuole la pace e chi no, tra chi è disposto a pagare un prezzo per la pace e chi no. Non ci sono due strade da percorrere: la gente capisce che il prezzo della mancanza di pace è orribile e quando lo capirà, ci sarà la pace».
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