I giovani presenti al Giubileo sono i giovani del 2025: considerazione banale, comunque utile per approntare cammini di annuncio e di formazione alla vita cristiana.
A meno che si segua quella linea a-pedagogica secondo la quale i ragazzi e i giovani devono solo essere assecondati perché hanno già tutto in sé, dobbiamo farci carico della domanda: cosa sono disposti ad accogliere di ciò che viene "da fuori" di loro? Cosa ascoltano? Chi ascoltano?
Sì, papa Paolo VI ci ricorda che le persone seguono più i testimoni che i maestri. Allora, quali sono i loro "maestri", i pensieri dominanti?
Ripetiamo pure la cifra da subito gridata: un milione di giovani. Sono certamente una rappresentanza del mondo cattolico "più partecipe".
Ma penso di non essere lontano dalla verità se dico che tra questi giovani molti non credono nella risurrezione; molti hanno rapporti sessuali fuori dal matrimonio (tra gli occidentali, non pensano di sposarsi e nemmeno di avere figli); tanti fumano marijuna; quasi tutti non hanno difficoltà ad accogliere persone LGBTQ+ e non vedono particolari problemi nell'aborto e nell'accompagnare alla morte le persone che non ne possono più della vita; non pregano quotidianamente, non trovano alcun senso nelle liturgie, non partecipano alla Messa domenicale e non sono presenti nei momenti di Adorazione; hanno profili social in cui seguono gli influencer, per gli abiti e la mentalità; non raccolgono l'immondizia da terra; vedono film e giocano a videogiochi in cui si ammazza con facilità e si viola il codice della strada; non votano; litigano in casa e vedono raramente i loro padri; utilizzano il denaro più nei fast-food e nei locali, che non per la Caritas; cantano il rap e il trap.
Si badi bene: il mio non è un dipinto a tinte fosche, né è un giudizio moralistico. E potrei scrivere anche una litania di cose belle e buone che questi giovani compiono. Non ho la pretesa di fare considerazioni esaustive o conclusive e neppure mi interessa fare confronti con altre epoche, che sono state a loro modo virtuose e viziose.
Vorrei solo rilanciare questo appello: guardiamo in faccia le persone e le situazioni reali (senza seguire le letture ideologiche, sognanti, semplicistiche); teniamo conto delle differenze immense e spesso tra loro incomparabili (il mondo non è Roma; Roma non è il mondo, tantomeno il suo caput); invochiamo lo Spirito Santo per cogliere le necessità educative prioritarie e chiediamo a tutti (giovani compresi) di lasciarsi guidare dalla Parola di una Notizia che è Buona proprio perché non è nostra, bensì ci raggiunge da "fuori di noi"... ma che - straordinariamente e dolcemente - entra in ogni situazione e ad ogni situazione di adatta, affinché tutto sia assunto ("solo ciò che è assunto è salvato").
Mc 250805









