Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno? E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo? Parte da qui l'idea del primo "sciopero degli immigrati" promosso dal Comitato Primo marzo 2010, che si propone di organizzare una grande manifestazione non violenta per far capire all'opinione pubblica italiana quanto sia determinante l'apporto dei migranti alla tenuta e al funzionamento della nostra società. «Questo movimento - spiega un comunicato -
nasce meticcio ed è orgoglioso di riunire al proprio interno italiani, stranieri, seconde generazioni, e chiunque condivida il rifiuto del razzismo e delle discriminazioni verso i più deboli».
L'iniziativa si collega e si ispira La journée sans immigrés: 24h sans nous, il movimento che in Francia sta organizzando uno sciopero degli immigrati per il 1 marzo 2010. Il Centro missionario Pime di Milano ha deciso di aderire alla giornata di mobilitazione, ed esporrà simbolicamente alcuni drappi gialli, il colore di riferimento della manifestiazione. «Lo abbiamo scelto - sottolineano gli organizzatori - perché è considerato il colore del cambiamento e per la sua neutralità politica. Vi invitiamo, quindi, a usare già da oggi un braccialettino o un nastrino giallo come segno di riconoscimento». Lunedì primo marzo, alle 18.30, in tutte le città d'Italia verranno lanciati in cielo palloncini gialli (in lattice biodegradabile): il cielo si colorerà di giallo. Nel corso della giornata in varie città d'Italia sono previste iniziative e manifestazioni di sensibilizzazione (sul sito www.primomarzo2010.it trovi l'elenco completo). Per leggere approfondimenti sull'iniziativa, ma anche articoli e notizie legati all'emergenza del razzismo, dal nord al sud del globo, vai sul sito di Mondo e missione, Missionline.