Il Vangelo che abbiamo ricevuto è ciò che ci libera
di Maria Cristina Bartolomei
La decisione della Rai di escludere da Sanremo un cantante che aveva palesato d'aver fatto uso di cocaina, è diventata un ‘caso'. Lasciano esterrefatti le tesi emerse nel dibattito: «È stato ipocrita non ammetterlo, quando si sa che tanti, anche parlamentari, si drogano»; «avrebbero dovuto ammetterlo, perché è stato onesto a dichiararlo»: dunque basta esibire le trasgressioni per essere a posto, e un comportamento condannabile (o illegale) cessa d'essere tale se sono in molti, e soprattutto ‘persone importanti', a cedervi. Ma sbalordisce anche chi ha salutato l'esclusione come messaggio di intransigenza morale, senza dir nulla dell'imperversare di trasmissioni che, a diverso titolo, sono eticamente gravemente censurabili. Ciò è indizio di come oggi nel nostro Paese vi sia acuto bisogno di etica, intesa come riconoscimento del legame con l'altro, come rispetto e responsabilità nei suoi confronti; di educazione alla legalità; del richiamo alla osservanza della legge come regola della convivenza sociale, a cominciare dalla legge costitutiva di una comunità politica, ossia la Costituzione; di cura della giustizia e del bene, di lotta all'ingiustizia e al male; di come ci sia bisogno di coscienze cristiane deste e pronte a discernere nelle concrete circostanze storiche dove passa il confine, e che, accogliendo l'invito evangelico (cfr. Luca 12,56), rischino di giudicare da sé il tempo e quel che è giusto. Le autorità ecclesiastiche cattoliche hanno negli ultimi anni alzato sempre più spesso la voce su temi etici, per la verità soprattutto bioetici e legati all'etica sessuale e familiare. Hanno certo richiamato anche ad altre importantissime tematiche (solidarietà, accoglienza, etica del lavoro e dell'economia, legalità), ma in termini meno ultimativi, favorendo la percezione che l'etica si identifichi e forse si esaurisca in determinati ambiti. In ogni caso, dichiarando apertamente di voler compensare la caduta dei valori e a ciò chiamata anche da “laici”, sempre più la Chiesa ha messo in risalto un suo messaggio etico, col pericolo di indurre l'idea che esso sia il cuore del suo annuncio e della sua missione, che l'Evangelo coincida con esso. L'etica, come insopprimibile appello della coscienza che ci chiama “fuori di noi” verso l'altro; la legge e il diritto, come orizzonte inscindibile dall'umano, sono ineludibili e indispensabili. Ma
di Maria Cristina Bartolomei
La decisione della Rai di escludere da Sanremo un cantante che aveva palesato d'aver fatto uso di cocaina, è diventata un ‘caso'. Lasciano esterrefatti le tesi emerse nel dibattito: «È stato ipocrita non ammetterlo, quando si sa che tanti, anche parlamentari, si drogano»; «avrebbero dovuto ammetterlo, perché è stato onesto a dichiararlo»: dunque basta esibire le trasgressioni per essere a posto, e un comportamento condannabile (o illegale) cessa d'essere tale se sono in molti, e soprattutto ‘persone importanti', a cedervi. Ma sbalordisce anche chi ha salutato l'esclusione come messaggio di intransigenza morale, senza dir nulla dell'imperversare di trasmissioni che, a diverso titolo, sono eticamente gravemente censurabili. Ciò è indizio di come oggi nel nostro Paese vi sia acuto bisogno di etica, intesa come riconoscimento del legame con l'altro, come rispetto e responsabilità nei suoi confronti; di educazione alla legalità; del richiamo alla osservanza della legge come regola della convivenza sociale, a cominciare dalla legge costitutiva di una comunità politica, ossia la Costituzione; di cura della giustizia e del bene, di lotta all'ingiustizia e al male; di come ci sia bisogno di coscienze cristiane deste e pronte a discernere nelle concrete circostanze storiche dove passa il confine, e che, accogliendo l'invito evangelico (cfr. Luca 12,56), rischino di giudicare da sé il tempo e quel che è giusto. Le autorità ecclesiastiche cattoliche hanno negli ultimi anni alzato sempre più spesso la voce su temi etici, per la verità soprattutto bioetici e legati all'etica sessuale e familiare. Hanno certo richiamato anche ad altre importantissime tematiche (solidarietà, accoglienza, etica del lavoro e dell'economia, legalità), ma in termini meno ultimativi, favorendo la percezione che l'etica si identifichi e forse si esaurisca in determinati ambiti. In ogni caso, dichiarando apertamente di voler compensare la caduta dei valori e a ciò chiamata anche da “laici”, sempre più la Chiesa ha messo in risalto un suo messaggio etico, col pericolo di indurre l'idea che esso sia il cuore del suo annuncio e della sua missione, che l'Evangelo coincida con esso. L'etica, come insopprimibile appello della coscienza che ci chiama “fuori di noi” verso l'altro; la legge e il diritto, come orizzonte inscindibile dall'umano, sono ineludibili e indispensabili. Ma