Peppone esitò un poco poi si rinfrancò: "Reverendo, qui bisogna sistemare la faccenda: quello che è detto è detto e poi ci sono delle ragioni speciali e indietro non si torna. Noi in chiesa non ci possiamo venire più. D'altra parte siamo gente battezzata. Quindi..."

"Quindi?"

"Ieri sera abbiamo fatto una seduta straordinaria. Non ne mancava neanche uno e abbiamo deciso di proporvi la carica di cappellano della sezione".

"Cioè?"

"Cioè voi, la domenica, dovreste venire a fare una Messa speciale per noi. Diciamo una Messa di Partito".

Don Camillo lo guardò.

"Io non faccio il barbiere" rispose. "Sono i barbieri che fanno il servizio a domicilio. Alla vostra Casa del Popolo io non ci metterò più piede vita natural durante".

"Non alla Casa del Popolo. Non si potrebbe neanche perché ci sarebbero delle interferenze politiche. Voi verreste qui: sotto queste tre tettoie ci stiamo tutti. Qui siamo in campo neutrale: la distanza da qui alla Casa del Popolo è uguale alla distanza da qui alla chiesa. Dio è dappertutto e quindi Lui resta dov'è e nessuno gli dà dei fastidi: ci muoviamo noi e ci incontriamo a metà strada. Gli uomini si muovono e il Padreterno sta fermo. Insomma: se la montagna non vuole andare a Maometto e Maometto non vuole andare alla montagna, Maometto e la montagna vanno tutt'e due all'Anonima e buonanotte ai suonatori".

Don Camillo si alzò.

"Ci penserò" disse andandosene.

Peppone rimase solo vicino al fuoco che ardeva sotto la tettoia della vecchia fabbrica abbandonata.

"Se il Padreterno non è un fazioso" pensò "deve capire che queste storie non le facciamo per lui".



Giovannino Guareschi, Mondo Candido, 167 ss.