Le (nuove) vie del Signore

di Dario Paladini


Le pecorelle smarrite si recuperano anche con il marketing.

Nascerà in Abruzzo il primo "Parco religioso" d'Italia, una Disneyland del sacro con tanto di catacombe e finti monasteri. Le pecorelle smarrite, infatti, si recuperano (anche) col marketing. Ne sanno qualcosa i giovani di "Scegli Gesù" che applicano i dogmi del design e della comunicazione per trasmettere il lieto annuncio. Mentre nei seminterrati o nei vecchi magazzini stanno nascendo nuove chiese. In via Arqua 15 a Milano, una traversa di via Padova, nel cortile di una vecchia casa di ringhiera i magazzini e i depositi al piano terra sono diventati i templi di sei chiese evangeliche, di cui cinque fondate da immigrati. Si distinguono più per la nazionalità dei fedeli che dal punto di vista religioso: c'è la chiesa dei russi, dei filippini, dei peruviani e ecuadoriani, degli argentini e quella di nigeriani e ghanesi.

(...) "Le nuove vie del Signore": le chiese si svuotano e ci si affida a parchi tematici, ai dettami del marketing e della pubblicità per recuperare le pecorelle smarrite o trovarne di nuove. E c'è poi chi predica sulle spiagge con una chiesa gonfiabile e chi disegna santini manga.

Sul blog "Via Padova -> Milano" il racconto di una domenica nel cortile di via Arqua. Queste nuove chiese, che prendono ispirazione da realtà diffuse in America e Asia, sono arrivate o sono nate in Italia negli anni Novanta. C'è chi le chiama sette, in senso dispregiativo, ma gli studiosi preferiscono parlare di "chiese alternative". "Difficile dire quante siano in Italia - ammette Massimo Introvigne, direttore del Centro studi nuove religioni (Cesnur)- . Se consideriamo le principali denominazioni, sono oltre cento e coinvolgono tra i 70 e gli 80mila stranieri in Italia". Chiese dai nomi lunghi e fantasiosi, fondate da persone assolutamente normali che, pur non avendo una formazione teologica, nel fine settimana infiammano seminterrati e vecchi magazzini di periferia. La coppia di filippini Beatriz e Mauricio De Lara tre anni fa ha dato vita alla "Church international christian ministry". "Abbiamo ricevuto da Dio un messaggio: ci chiedeva di fondare  una chiesa" spiega Mauricio, che per 18 anni ha fatto l'operaio e ora si dedica a tempo pieno al  nuovo ruolo, mantenendosi grazie alle offerte "dei fratelli e delle sorelle" (qualche centinaio), mentre la moglie continua a lavorare come badante. "Non è facile - prosegue -, ci sono tanti problemi economici, ma è Dio che ci dà la forza di continuare".