Ecco "Friends" coi capelli grigi

L'home sharing della terza età

di Sara Ficocelli

Negli Usa è boom di agenzie specializzate che aiutano gli over 60 a trovare coinquilini per condividere l'affitto e darsi una mano a vicenda. Il fenomeno è diffuso anche in Europa e qualcosa si sta muovendo anche in Italia

Sembra il soggetto di un telefilm: quattro anziani che a malapena si conoscono decidono di vivere sotto lo stesso tetto per pagare affitto e bollette. La versione canuta di "Friends" è l'ultima novità della società americana. Over 60 divorziati, settantenni senza pensione, genitori che non possono contare sull'assistenza dei figli: che fine fanno, in un'America sopraffatta dalla crisi, queste persone? Uniscono le forze e dividono le spese. Dando vita a una tipologia di convivenza completamente nuova, più economica dell'ospizio e non meno funzionale. Il fenomeno è particolarmente diffuso negli Stati che più hanno subìto la crisi, New Jersey in testa. Qui esistono addirittura agenzie specializzate che aiutano gli over 60 a trovare coinquilini fidati e gradevoli. (...) "Le richieste aumentano in continuazione, anno dopo anno - spiega il direttore esecutivo Renee Drell - ma il picco lo abbiamo registrato nel pieno della crisi economica". Gli anziani in cerca di coinquilini negli ultimi due anni negli Usa sono aumentati del 19% e l'associazione è passata dai 1.610 clienti del 2009 ai 1.912 del 2010. Il richiedente-tipo è una donna divorziata tra i 50 e i 55 anni e le ragioni per cui si rivolge a servizi di Home Sharing sono prettamente economiche. Salvo, poi, trarne benefici sotto il profilo umano e psicologico. (...)

Non si tratta però di un fenomeno solo americano. Nella periferia di Londra, un gruppo di anziane stufe di vivere sole ha fondato la "Older Women CoHO", una sorta di "comune" dove ogni inquilina ha un proprio mini appartamento ma divide con le altre le spese e gli spazi comuni. Non lontano da Vancouver, in Canada, una palazzina decadente è stata ristrutturata e trasformata in "casa delle generazioni", dove famiglie e anziani convivono sotto lo stesso tetto, coltivando un orto biologico e gestendo spazi comuni. Il "cohousing", così è stato ribattezzato l'universo di queste nuove forme di convivenza, è un fenomeno trasversale che interessa non solo gli anziani ma tutte quelle persone che, non più giovanissime, non ce la fanno a pagare un affitto da sole. Il fenomeno è nato in Danimarca verso la fine degli anni '60 e poi si è espanso in Gran Bretagna, Belgio, Paesi Bassi e Germania. Negli ultimi anni, complice la crisi, reti di associazioni sono spuntate anche in Usa, Canada, Australia e Giappone.

L'Italia è lontana dall'abbracciare questa mentalità ma negli ultimi anni qualcosa si è mosso anche qui, a cominciare dalla nascita della società di servizi Cohousing 2. Con riferimento agli anziani, l'anno scorso è partito il progetto "Abitare solidale", promosso dalle associazioni Auser e Artemisia a Firenze, Bagno a Ripoli e Scandicci, che aiuta gli over 60 che hanno case grandi e pensioni scarne ad arrotondare ospitando per piccole cifre studente fuori sede, giovani coppie, lavoratori in trasferta, famiglie di immigrati o donne fuggite da un marito violento. Stesso principio alla base del progetto "Abitare insieme", a Varese. A Imola è nato anche il "Condominio solidale", una struttura dedicata a persone di terza età composta da 13 normalissimi mini appartamenti, in cui però vengono forniti sostegno umano e assistenza infermieristica. Un modo semplice per dare una mano agli anziani. Senza fargli perdere autonomia, libertà e voglia di vivere.