«Nelle condizioni attuali - e l'osservazione è ancora di P. Evdokimov -, in un ritmo di vita che diventa sempre più vertiginoso, stritolante e che provoca una paurosa usura nervosa, la mortificazione cristiana deve acquistare necessariamente una nuova sensibilità e adottare forme nuove.

L'ascesi è soltanto un metodo al servizio della vita, e deve accordarsi ai bisogni nuovi.

La Tebaide eroica imponeva digiuni estremi. Oggi il combattimento si sposta. L'uomo non ha bisogno di un dolorismo supplementare; cilicio, flagelli rischerebbero di spezzarlo inutilmente. La mortificazione consisterà piuttosto in una liberazione da ogni bisogno di velocità, rumore, eccitanti, alcool.

L'ascesi consisterà nel sapersi concedere il dovuto riposo, nel sapersi fermare e ritrovare, nella calma e nel silenzio, a periodi regolari, la preghiera e la contemplazione, anche in mezzo al frastuono del mondo; soprattutto nell'avvertire la presenza degli altri.

Il digiuno, invece delle antiche macerazioni, consisterà nella rinuncia al superfluo, nella capacità di dividere il pane con i poveri, nell'equilibrio sorridente».

Alessandro Pronzato, Vangeli scomodi, 341