«Non scommettere sulla pace che non comporti sofferenza: è sterile.
Il grande teologo protestante Bonhoeffer parlava di “grazia a caro prezzo”. Forse è ora che ci abituiamo a pensare che anche la pace ha dei costi altissimi.
I prezzi stracciati destano sospetto.
Gli sconti da capogiro inducono a credere che la merce è avariata.
Le svendite fuori stagione sanno di ambiguità. E le allettanti offerte sottocosto fanno pensare ai surrogati.
La pace non è il premio favoloso di una lotteria che si può vincere col misero prezzo di un solo biglietto.
Chi scommette sulla pace deve sborsare in contanti monete di lacrime, di incomprensione e di sangue.
La pace è il nuovo martirio a cui oggi la Chiesa viene chiamata.
L’arena della prova è lo scenario di questo villaggio globale che rischia di incenerirsi in un olocausto senza precedenti.
E come nei primi tempi del cristianesimo i martiri stupirono il mondo per il loro coraggio, così oggi la Chiesa dovrebbe fare ammutolire i potenti della terra per la fierezza con cui, noncurante della persecuzione, annuncia, senza sfumare le finali come nel canto gregoriano, il vangelo della pace e la prassi della nonviolenza.
E’ chiaro che se, invece che fare ammutolire i potenti, ammutolisce lei, si renderebbe complice rassegnata di un efferato “crimine di guerra”.
Ma, grazie a Dio, stiamo assistendo oggi a una nuova effusione dello Spirito che spinge la Chiesa sui versanti della profezia e le dà l’audacia di sfidare le trame degli oppressori, i sorrisi dei dotti, e le preoccupazioni dei prudenti secondo la carne».
don Tonino Bello, da "La scommessa della pace"
2017_01_gennaio
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