Coreografie delle Sacre Scritture
di Gianfranco Ravasi
«Il mondo è una festa di nozze. Danzi la tua piccola danza e poi te ne torni a casa». L’intera esistenza terrena è vista come una danza da (...) Isaac Bashevis Singer, Nobel 1978 della letteratura. (...) Ora, la danza in tutte le culture e religioni è un simbolo che unisce «istinto e arte, preghiera e seduzione, gioco e pensiero, relazione e introspezione, comunicazione e meditazione. Danzare è estasi, rapimento, bellezza». Questa definizione di un atto, che fa abbracciare culto e cultura in un mirabile arabesco di passi, è posta in apertura a un delizioso e geniale libretto di Chiara Bertoglio ("Il Signore della danza. Passi tra culto e cultura") (...) Già nel libro biblico dei Proverbi la Sapienza divina è personificata nell’atto creativo come un ’amôn, forse una “fanciulla” o un “artista”, che sta danzando e divertendosi nell’“atelier” del mondo che sta sbocciando dalle sue mani. Ecco, infatti, la sua confessione innica: «Io ero come una fanciulla, ero la sua delizia ogni giorno, danzavo davanti a Lui in ogni istante, danzavo sul globo terrestre, la mia felicità era tra i figli dell’uomo» (8,30-31). Suggestivo questo “io” divino oggettivato all’esterno nella Sapienza creatrice che esprime tutta la bellezza, l’armonia e l’originalità del creato nei passi della sua danza cosmica. (...) Nelle Scritture Sacre inseguendo tutti i passi dei vari personaggi che si muovono nell'atto del ballo, a partire, ad esempio, dal re Davide che non teme l'ironia di sua moglie Mikal danzando freneticamente davanti all'arca del Signore nella processione inaugurale del suo regno nella nuova capitale Gerusalemme (2 Samuele 6,5-22). La liturgia biblica, infatti, comprende questo stesso atto con tutta la sua emozione e bellezza: «Ordinate il corteo con rami frondosi fino ai lati dell’altare... Lodate il Signore con danze», canta il Salmista, aggiungendo l’accompagnamento strumentale dell’orchestra del tempio (il Salmo 118,27 e il 150). Nella Bibbia si registra anche l’irrompere della coreografia eccitata davanti all’idolo del vitello d’oro (Esodo 32) o di quella isterica dei sacerdoti di Baal (1 Re 18). (...) Evocando i «grembi danzanti» di Elisabetta, incinta del Battista, e di Maria, madre di Gesù, secondo il Vangelo di Luca. Così come mette in scena quel Battista la cui tragica fine è segnata proprio dalla «danza macabra» della figlia di Erodiade e quel Gesù che si fermerà incuriosito ad ascoltare le recriminazioni di alcuni ragazzi che in piazza protestano perché i loro compagni non accettano di essere coinvolti in un giuoco: «Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato» (Matteo 11,17). (...) La danza quando è nobile, è un linguaggio non solo umano ma anche celeste, è atto storico e rito escatologico (...). Già agli inizi del IV secolo uno scrittore cristiano, Metodio di Olimpo, non esitava a mettere in bocca a una vergine santa queste parole: «Io danzo guidata da Cristo, danzo in cielo attorno a Colui il cui regno non ha inizio né fine». Dopo tutto, l’ascensione del Risorto al cielo può essere veramente concepita come un “salto in alto” verso l’infinito e l’eterno, come cantava un altro autore del IV secolo, Sinesio di Cirene: «Tu dispiegasti le ali, balzasti sulla volta azzurra del cielo per arrestarti fra le pure sfere intellettuali... mentre l’Etere, saggio padre dell’Armonia sorrideva e sulla sua lira a sette corde intonava la musica per un canto epinicio». (...) Aggiungiamo il ballo della Sulammita, la donna protagonista del biblico Cantico dei cantici (...): ascoltiamo il canto intonato da un doppio coro che interpella così la donna abbandonata all’ebbrezza della rotazione danzante: «Voltati, voltati, Sulammita, voltati, voltati, vogliamo ammirarti! Che cosa volete ammirare nella Sulammita durante la danza dei due campi (mahanajim)?» (7,1). A questo punto il compagno inizia uno stupendo ritratto della sua amata partendo proprio dal frenetico muoversi dei piedi e dei fianchi: «Come sono incantevoli i tuoi piedi nei sandali, o figlia di principe! Le curve dei tuoi fianchi sono come monili, capolavoro di mani d’artista!» (7,2).
in “Il Sole 24 Ore” del 12 maggio 2019
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"Danzi"
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