Sciatteria. L’arte di fare (e dire) le cose male
di Nunzio Galantino
Nel linguaggio comune, la parola sciatteria è poco frequente. È tanto presente invece nella prassi. (...) La sciatteria è la pratica o l’insieme dei gesti che rendono o fanno apparire inadatta una persona, un vestito, un linguaggio o un comportamento in genere. In questo caso, si ritiene sciatto tutto ciò che è trasandato, trascurato, negligente, insignificante, mediocre, squallido.
La sciatteria, anche quella del linguaggio, scambiata spesso ed erroneamente per semplicità, può rispecchiare un vuoto o un malessere interiore. Ne era convinto G. Orwell quando affermava: «Poiché i nostri pensieri sono fatui, la lingua diventa sgradevole e sciatta, ma la trascuratezza della lingua favorisce a sua volta la tendenza ad avere fatui pensieri». Con più chiarezza, e sempre a proposito di linguaggio, Nanni Moretti afferma che «Chi parla male, pensa male e vive male!».
Aggiungo che il parlare volgare, il liquidare l’interlocutore con un fare irridente, al limite del cinismo, è una forma grave di sciatteria; scorciatoia troppo facile, cui ricorre chi è a corto di argomentazioni forti e sostenibili.
Sciatteria è non fare bene le cose, metterci negligenza, pigrizia e indifferenza, trascurare i dettagli, tanto... «fa lo stesso», oppure perché... «la sostanza è un’altra!». Niente fa mai lo stesso e la forma riveste, manifesta e comunica la sostanza di quello che siamo e di quello che ci portiamo dentro.
Spesso sono proprio i dettagli a segnare la differenza. Questo è vero nelle relazioni e per la bellezza; ma è vero anche per l’eleganza, la gentilezza, la bontà e la stessa intelligenza. Vivere in maniera sciatta è come scrivere senza un ordine, disseminando parole a caso. Senza spazi e senza punteggiatura.
Il contrario della sciatteria, tentazione senza tempo, non può essere l’inutile, arido e superficiale formalismo. Questo infatti è un modo diffuso per coprire agli occhi degli altri il vuoto interiore e la scarsa cura per tutto ciò che davvero conta. Ma, proprio perché all’esterno mostriamo ciò che siamo dentro, non si può ignorare che vi è anche una sciatteria che raggiunge livelli patologici e porta a costruire intorno a sé muri difficili da penetrare e da interpretare. (...)
in “Il Sole 24 Ore” del 19 maggio 2019
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Abbasso la sciatteria
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