... L’agonia dell’orgoglio e della concupiscenza, non è la tua agonia, Signore! Tu non soffri per avere o per portar via: tu muori per guadagnarti il diritto di dare, d’amare l’inamabile.
Rivedo certe mie esperienze, se voglio capire qualche cosa.
Quand’è che più veramente soffrii? Allor che vidi perduto un guadagno o rintuzzata una mia ambizione? No; quando nessuno ha badato al mio amore che amava d’amare.
Chi accetta la vita come urto d’egoismi non può sottrarsi alla lotta. L’agonia in tal caso è legge; ci ha un suo gusto.
Chi invece la sente come devozione è portato a credere — la logica degli uomini tende a sopravvivere anche fuori del mondo degli uomini — che gli altri lo lasceranno fare, accogliendone il dono con lieto e grato volto.
Invece è più facile fare accettare il male che il bene.
Ecco lo scandalo: lo scandalo dell’amore.
L’Amore non è amato.
L’Amore non è capito.
L’Amore è calpestato.
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